Domenica 5 Maggio 2024

Milan, Sino: "Dopo il closing conoscerete gli azionisti"

Il consorzio che acquisterà il Milan risponde al presidente della Commissione AntiMafia di Milano David Gentili, che aveva chiesto chiarezza sulla composizione della società

Silvio Berlusconi con Han Li (a sinistra) e Yonghong Li (a destra) (Ansa)

Silvio Berlusconi con Han Li (a sinistra) e Yonghong Li (a destra) (Ansa)

Milan, 17 novembre 2016 – Sino-Europe Sports con un comunicato diramato nella tarda serata di ieri ha risposto al presidente della Commissione AntiMafia del Comune di Milano David Gentili – che nel pomeriggio aveva chiesto alle proprietà estere di Inter e Milan, concessionarie di San Siro, chiarezza sulla composizione delle due società e pieno rispetto delle leggi italiane nelle fasi di transizione societaria – sottolineando come l'iter verso il closing che si completerà entro il 13 dicembre sta procedendo in totale ottemperanza dei dettami del sistema legislativo italiano e cinese.

“In riferimento alle dichiarazioni riguardanti AC Milan rilasciate dal presidente della Commissione Antimafia del Comune di Milano David Gentili – si legge nella missiva di Sino – SES sottolinea che ad oggi e fino al closing, AC Milan è di proprietà di Fininvest. Inoltre, SES conferma che ogni passo verso il closing è intrapreso nel pieno rispetto della legislazione italiana e, coerentemente con tale approccio,al closing SES rispetterà ogni aspetto della normativa vigente relativamente alla sua partecipazione in AC Milan, incluso qualsiasi obbligo di comunicazione dell’elenco dei suoi azionisti”.

E proprio per via dei vari balzelli burocratici che il passaggio di 420 milioni dalla Cina all'Italia impone, sembra che le autorizzazioni definitive del governo cinese per l'espatrio dei capitali stiano tardando ad arrivare ma Sino pare non essersi fatta cogliere impreparata e avrebbe già pronto un piano alternativo per corrispondere a Finivest l'ultima parte della somma pattuita in Agosto per l'acquisto del Milan. Il piano B consisterebbe nel farsi finanziare da banche europee attraverso un prestito i famigerati 420 milioni. L'affare non pare comunque essere in dubbio e quindi, a meno di clamorosi ribaltoni, si farà, ma certamente nelle prossime settimane il lavoro da fare per superare i vari balzelli burocratici ed eventualmente mettere in pratica l'eventuale alternativa sarà tanto e l'asse tra Italia e Cina sarà più che mai caldo.