Mercoledì 8 Maggio 2024

Sos Allegri, Juve senza ferocia. Vidal e l'attacco guerrieri in affanno

La sconfitta di Marassi, la seconda in una settimana, ha riacceso i dubbi attorno ai bianconeri, raggiunti in vetta dalla Roma e apparsi svuotati dalle caratteristiche che hanno segnato l'era Conte

La delusione dipinta sul volto dei giocatori bianconeri (Lapresse)

La delusione dipinta sul volto dei giocatori bianconeri (Lapresse)

Firenze, 30 ottobre 2014 - I numeri, almeno quelli, dicono che tra la Juventus di Conte e quella di Allegri il solco non è stato ancora scavato: 22 punti dopo nove giornate in campionato e un cammino stentato in Champions League. Ci sarebbe di più: un anno fa la Roma volava in testa alla classifica a punteggio pieno, con i bianconeri inseguitori e alle prese con una rincorsa risultata poi trionfale. La matematica, in questo caso, è però troppo fredda per evitare una riflessione più approndita che porta con sè un interrogativo sostanziale: la Juventus ha ancora quel fuoco che l'ha portata a vincere tre scudetti consecutivi? 

Allegri non ha mai nascosto il fastidio dei paragoni con il passato, troppo ingombrante per essere però accantonato: a Genova i bianconeri sono incappati nella seconda sconfitta in una settimana, la terza in venti giorni tra campionato ed Europa senza gol, segnale che mette in evidenza una fatica in fase di costruzione sconosciuta fino a pochi mesi fa.  

E' vero che a Marassi, così come ad Atene, la Juventus si è imbattuta contro pali, traverse e le parate del portiere avversario, ma nel calcio raramente la sfortuna è sufficiente per spiegare da sola un filotto di risultati la cui spiegazione va ricercata altrove. Il centrocampo ha perso mordente: Vidal sembra aver smarrito la furia del guerriero, Pirlo paga l'infortunio di inizio stagione e forse qualcosa di più, Pogba è un talento cristallino ma incide poco in fase realizzativa. 

Tante incognite anche in attacco, dove Tevez sembra essere l'unico killer di un reparto che patisce il momento 'no' di Llorente e il poco spazio concesso a Morata che a Marassi, così come era avvenuto in Grecia, ha creato molto di buono quando è stato mandato in campo da Allegri che ha invece riservato fin qui pochi scampoli a Giovinco e Coman. 

Il tecnico toscano da tre mesi lavora per forgiare la Juventus senza stravolgere le fondamenta fissate da Conte: il modulo è rimasto lo stesso, gli uomini pure. E' cambiata però la filosofia di un gioco che si è fatto meno impulsivo e più ragionato. E' logico chiedersi se il cambio sia una scelta o piuttosto una necessità dettata forse da un logorio fisico e mentale di una squadra che ha viaggiato a mille per tre anni. Il cambio di passo è costato lo scettro di prima della classe, di nuovo da condividere con una Roma che in tre giornate ha fatto quello che non le era riuscito la scorsa stagioneannullare il gap creato dallo scontro diretto ed evaporato in una fredda serata di autunno. La speranza dei tifosi, quelli bianconeri s'intende, è che sia solo un male di stagione.