Sabato 18 Maggio 2024

Serie A, l'Inter soffre ma vince ancora. Il Frosinone ferma la Juve. Fiorentina seconda, Roma ko a Marassi

I nerazzurri centrano la quinta vittoria consecutiva e restano a punteggio pieno grazie a un gol di Melo. Clamoroso a Torino: i ciociari riprendono i bianconeri al 92' e conquistano il primo punto. 2-0 Viola al Bologna, la Samp acuisce la crisi di Garcia. Pareggia il Napoli, vincono Lazio, Chievo e Sassuolo

Zaza non basta alla Juventus (Lapresse)

Zaza non basta alla Juventus (Lapresse)

Milano, 23 settembre 2015 - L'Inter va in fuga, Juventus e Roma si leccano le ferite, la Fiorentina sogna da grande. La quinta giornata di serie A conferma le indicazioni di questo scoppiettante avvio di campionato. Soffre ma vince ancora la squadra di Mancini che tre giorni dopo il successo in casa del Chievo si ripete con il Verona. La quinta vittoria consecutiva (i nerazzurri non partivano così bene da 49 anni) porta la firma di Felipe Melo, autore del gol che ha deciso la sfida di San Siro. I nerazzurri (quarto 1-0 stagionale) allungano così sulle rivali scudetto, la Juventus in primis che manca clamorosamente la prima vittoria casalinga nonostante avesse di fronte il neopromosso Frosinone. In vantaggio con Zaza, la squadra di Allegri si fa raggiungere al 92' dai ciociari che festeggiano il loro primo storico punto in serie A grazie a Blanchard.

Va addirittura peggio alla Roma che cade 2-1 a Marassi contro la Sampdoria. Eder apre le marcature su punizione, i giallorossi tengono il pallino del gioco, pareggiano nella ripresa con Salah ma sono poi trafitti da Cassano-Eder che costringono Manolas a un'autorete, quella vincente per i blucerchiati. Così, i giallorossi sono già a 7 punti dalla vetta, la Juve addirittura a 10. Al secondo posto c'è la Fiorentina di Paulo Sousa che piega 2-0 il Bologna e si porta a -3 dai nerazzurri: in gol Blaszczykowski e Kalinic.

Alle spalle dei viola sale il Sassuolo che si impone a Palermo con una rete di Floccari. Il Chievo riprende la sua marcia battendo il Torino di misura con Castro. Bene anche la Lazio che reagisce dopo il 5-0 di Napoli e ai fischi dell'Olimpico: la squadra di Pioli si sbarazza dell Genoa con un gol per tempo di Djordjevic e Felipe Anderson. Rossoblù prima in dieci per il rosso a Cissokho, poi in nove per l'espulsione dell'ex Pandev. Rallenta invece il Napoli che impone il proprio gioco in casa del Carpi ma si fa imporre il pareggio senza reti dalla squadra di Castori.

LE PARTITE

Il Napoli sbatte sul Carpi (Lapresse)

CARPI-NAPOLI 0-0: Dopo aver vinto di goleada contro il Bruges e la Lazio, il Napoli fatica tantissimo contro il Carp che riesce a raggranellare il secondo punticino stagionale. Nel primo quarto d'ora di gioco il Napoli fatica a tenere palla ed a costruire interessanti trame di gioco a causa della capacità dei padroni di casa di chiudere tutti gli spazi. Ci vuole un colpo di classe di Higuain, che con un tiro al volo al 20' sfiora l'incrocio dei pali, per permettere agli uomini di Sarri di creare la prima occasione da rete. Castori invece deve sprecare un cambio dopo nemmeno mezzora di gioco, perché il suo portiere Benussi si stira e deve essere sostituito da Brkic. Al 36' lo testa immediatamente Hamsik di testa su cross di Higuain. Il Napoli comunque aumenta i giri del motore verso il finale di tempo e con Higuain e Mertens impegna Brkic in uscita. La ripresa si apre con le conclusioni da lontano di Hamsik e Insigne, che però non inquadrano la porta. Il tema è sempre quello del primo tempo, con gli azzurri che che non riescono a velocizzare abbastanza la manovra per mettere in difficoltà Zaccardo e compagni. Prova a prendere l'iniziativa anche il Carpi, soprattutto con Matos e i due esterni Letizia e Gabriel Silva, ma Reina è praticamente inoperoso. Sarri allora prova ad inserire Gabbiadini per Mertens e Jorginho per uno spento Valdifiori, ma è soprattutto Hamsik a crescere servendo ai compagni alcuni palloni di pregio, anche se gli attaccanti napoletani sembrano avere le polveri bagnate.A ravvivare una partita molto scialba, gli idranti del Braglia che impazziscono e iniziano ad innaffiare il campo copiosamente, provocando la sospensione della gara per alcuni minuti. A due minuti dal termine l'occasione più ghiotta capita sui piedi di Gabbiadini, splendidamente lanciato da Callejon a tu per tu con Brkic, ma la conclusione dell'ex doriano, ben pressato da Gabriel Silva, finisce a lato. Gabbiadini ci prova da lontano anche in pieno recupero, ma la sua conclusione sfila a lato.

Chievo, la conclusione vincente di Castro (Ansa)

CHIEVO-TORINO 1-0Il Chievo firma un'altra impresa, capace di accendersi nel secondo tempo dopo un primo senza emozioni. La partita la strappa Riccardo Meggiorini, un ciclone nella difesa del Toro che strada facendo si arrende ad una squadra fisicamente straripante. Il gol decisivo è però di Castro, al 75. La squadra di Ventura finisce in apnea, mandata in tilt da un Chievo mai domo, tosto, in condizione fisica smagliante. Una serata da incorniciare per i veneti che regala al Chievo l'alta classifica: va a 10 punti, un terzo di salvezza dopo cinque giornate. Per il Torino primo kappaò della stagione e la sensazione che per stare lassù ai granata manchi ancora qualcosa. 

L'esultanza di Blaszczykowski (Ansa)

FIORENTINA-BOLOGNA 2-0: Un tempo per carburare uno per vincere. E' la Fiorentina la seconda forza del campionato. Contro il Bologna la formazione di Paulo Sousa incassa la quarta vittoria su cinque giornate e resta la prima inseguitrice dell'Inter. A decidere la sfida del Franchi due nuovi acquisti. Prima il polacco Blaszczykowski, ex Borussia Dortmund, poi il croato Kalinic, ex Dnipro. Due reti che vengono dall'est e scardinano la resistenza di un Bologna ancorato a quota tre punti e con il problema ormai assodato del gol. Per i felsinei due sole reti in cinque gare.  CLICCA QUI PER L'APPROFONDIMENTO SULLA PARTITA

Inter, Felipe Melo abbracciato dai compagni (Afp)

INTER-VERONA 1-0:  Manita Inter. I nerazzurri sono gli autori della prima vera fuga del campionato. Cinque gare ed altrettante vittorie. Per archiviare la pratica Verona basta un colpo di testa di Felipe Melo ad inizio ripresa. La prima rete nella sua nuova avventura italiana da parte del brasiliano è poi blindata da una difesa capace di subire un solo gol dall'inizio della stagione. Il massimo del risultato con il minimo sforzo. Guardando la classifica il popolo nerazzurro può sognare. Tre punti di vantaggio sulla Fiorentina seconda ma soprattutto sei sul Milan, sette sulla Roma, nove sul Napoli ed addirittura dieci sulla Juve campione d'Italia. Un tesoretto davvero difficile da erodere per le inseguitrici nonostante le ostilità siano appena iniziate.  Il Verona scende in campo puntando tutto sulla compattezza di squadra ma è la sfortuna a metterci lo zampino. Già orfani di Toni gli scaligeri dopo venti minuti perdono anche il suo alter ego Pazzini per infortunio. Al suo posto Mandorlini sceglie Siligardi. Con il passare dei minuti la pressione dei nerazzurri si fa più insistente, sia Perisic prima che Icardi poi però difettano in precisione. Alla fine l'occasione più ghiotta risulta essere quella di Kondogbia al 35'. Il francese da posizione favorevole calcia sul fondo. Poco per poter sbloccare una parità giusta all'intervallo.  Prevalenza di possesso palla interista ma poca pericolosità. La ripresa inizia in maniera decisamente più frizzante. Al decimo Sala in contropiede colpisce una clamorosa traversa per il Verona. Mentre il montante ancora trema l'Inter va in rete sull'asse ex Galatasaray. Corner di Telles e zuccata vincente di Felipe Melo che fa esplodere San Siro. I padroni di casa provano a chiudere la pratica con Perisic su sponda di Jovetic, Rafael fa buona guardia. Mancini concede minuti preziosi anche a Biabiany, al rientro dopo un lunghissimo stop. A fargli spazio è Kondogbia. Il Verona, comunque mai domo, prova un paio di volte a farsi vedere con Siligardi. La prima volta l'ex Livorno spreca la seconda invece c'è Handanovic a difendere il vantaggio. I nerazzurri provano a gestire, i veronesi generosamente cercano il pareggio ma il risultato non cambia più. Niente più 'Pazza Inter' ma una squadra pragmatica e quadrata anche se non bellissima. Proprio ciò che serve per raggiungere risultati importanti.

Il Frosinone ferma la Juve (Ansa)

JUVENTUS-FROSINONE 1-1:Da fortino inespugnabile per gli avversari, a tabù per i padroni di casa: la Juventus non riesce più a vincere allo Stadium, pareggia 1-1 anche con il Frosinone e dopo cinque giornate scivola a -10 punti dall'Inter capolista. La rincorsa al quinto scudetto consecutivo diventa ora davvero durissima. Una Juve sprecona, incapace di concretizzare l'enorme mole di gioco creata e che alla fine rischia anche di uscire con sconfitta visto che nel primo tempo al Frosinone viene anche negato un rigore. La squadra di Stellone con una prova di grande coraggio e fortuna, conquista il suo primo storico punto in Serie A e lo fa con pieno merito. Per Allegri c'è tanto da lavorare e anche da fare mea culpa, visto che ancora una volta Dybala è rimasto in panchina inspiegabilmente 45' quando nel secondo tempo ha dimostrato ampiamente di essere in questo momento l'uomo migliore a disposizione in attacco. Un risultato doppiamente penalizzante per la Juve, visto che sabato sarà impegnata al San Paolo in una trasferta durissima contro il Napoli. Allegri ancia per la prima volta dall'inizio Neto tra i pali e Zaza in attacco. Nel tridente offensivo anche Cuadrado e Pereyra. I bianconeri creano tantissimoma al primo affondo avversario rischia di trovarsi sotto: Castillo centra il palo, poi Barzagli respinge col braccio un tiro di Frara, ma l'arbitro lascia correre. Pogba pareggia il conto dei legni prima dell'intervallo, poi Allegri passa al 3-5-2. I bianconeri sfiorano il gol tre volte in meno di 5': prima con un sinistro di Dybala dal limite respinto da Leali, poi con un colpo di testa di Zaza respinto dalla traversa e poi con un destro rasoterra di Cuadrado sull'esterno della rete. Il vantaggio della Juve è nell'aria e arriva al 50' con Zaza che scarica un destro violento su assist di Cuadrado, con palla deviata leggermente da un difensore ciociaro. La beffa arriva al 92' con il gol di testa su calcio d'angolo di Blanchard che gela lo Stadium. Al triplice fischio finale inevitabili i fischi dei tifosi della Juve verso la squadra e l'allenatore. 

Djordjevic firma il vantaggio della Lazio (Afp)

LAZIO-GENOA 2-0:  Le reti di Djordjevic e Felipe Anderson cancellano il tabù Genoa e proiettano la Lazio a 9 punti, confermandone l'ottimo cammino in casa. Pioli può respirare dopo giorni difficili, seguiti al 5-0 di Napoli. Il tifo più accesso resta diffidente, ma alla fine applaude. Eppure i fischi non sono mancati all'Olimpico perché fino al vantaggio laziale se c'è una squadra in campo che meriterebbe è il Genoa, pericoloso in più di un'occasione, soprattutto con Rincon. L'attaccante venezuelano timbra un palo già al 5' con un gran diagonale da fuori area. E si ripete al 20', quando salta con irridente facilità Gentiletti. Marchetti respinge, ma intanto i fischi della nord salgono di qualche decibel. Il Genoa si muove con più scioltezza, i giocatori di Gasperini sembrano divertirsi, mentre ai ragazzi di Pioli il pallone scotta tra i piedi e latita il movimento senza palla. Per vedere la prima occasione biancoceleste bisogna aspettare il 33'. Sulla punizione battuta da Kishna (fin lì deludente) Milinkovic salta più alto di tutti, ma la capocciata gli esce centrale e Lamanna è bravo ad alzare sopra la traversa. È il prologo del gol che arriva due minuti dopo: finalmente Lulic indovina un cross, i difensori centrali del Genoa scattano in fuorigioco una frazione in ritardo e Djordjevic, di testa, li punisce. Il tempo si chiude con la punizione di Tachsidis (fallo rugbistico di Mauricio su Perotti) e la grande risposta di Marchetti, uno dei migliori della prima frazione. Gasperini in avvio di ripresa rivoluziona il centrocampo: fuori Ntcham e Tachsidis (non i peggiori tra i genoani) per Capel e Dzemaili, che non lasceranno traccia del loro passaggio. Per il Genoa la partita si complica ulteriormente all'11', quando Sissoko rimedia il secondo giallo (fallo su F. Anderson). E proprio il brasiliano chiude il conto inventando con il destro una parabola all'incrocio, dove Lamanna non può arrivare. Al 38', senza più cambi, si ferma Rincon (problema muscolare alla gamba destra) e poco dopo anche Pandev finisce anzitempo negli spogliatoi per una gomitata a Mauricio: rosso diretto. L'ultimo boato dell'Olimpico è per il vantaggio della Sampdoria ai danni della Roma. Pioli ora ha qualche giorno per preparare la trasferta di Verona e capire se la sua Lazio può cominciare a sorridere anche lontano da casa.

Sassuolo, l'esultanza di Floccari (Ansa)

PALERMO-SASSUOLO 0-1: Il Sassuolo conferma l'ottimo avvio di stagione, sbanca il Barbera e raggiunge quota 11 in classifica dopo cinque partite mantenendosi in alta quota. Il Palermo invece subisce la seconda sconfitta consecutiva dopo quella di San Siro contro il Milan. Meritato il successo degli emiliani, squadra più esperta, che gioca a memoria, con meccanismi sempre ben oleati, anche se cambia qualche interprete. Involuzione invece da parte del Palermo, piuttosto sterile lì davanti dove il solo Gilardino fa quel che può e non è neppure supportato da Vazquez (troppo solista) e compagni; per il resto tanta confusione, poche idee e alcuni uomini non al meglio della condizione (vedi Gonzalez). Decide un gol dopo 35' di Sergio Floccari; l'attaccante supera in marcatura Gonzalez e con un destro a giro angolatissimo infila Colombi. 

Ferrero abbraccia Cassano a fine partita (Ansa)

SAMPDORIA-ROMA 2-1: Prima sconfitta in campionato per la Roma. La squadra di Garcia avrebbe meritato ben altro risultato ma i doriani hanno stretto i denti dopo l'1-1 di Salah, che aveva impattato il gol di Eder, e alla fine possono gioire per un successo di prestigio. La Roma, invece, dopo due pareggi di fila, conosce il sapore amaro del ko. De Rossi agisce da centrale difensivo, in mezzo al campo torna Keita, il tridente offensivo è composto da Salah, Dzeko e Iago Falque. I giallorossi partono convinti ma sono i liguri a provarci al 9', con un destro di Correa che finisce tra le braccia di De Sanctis. Al 12', chance ghiotta sui piedi di Nainggolan, che si avventa su un pallone vagante in area senza centrare lo specchio. Il match è nervoso e vivo, gli ospiti fanno la gara e, in un minuto, creano altre due serie minacce: al 24' Viviano non si fa sorprendere da una botta di Pjanic, poi il portiere doriano si tuffa per dire no a Dzeko (Florenzi mette fuori il tap-in). La Samp è pericolosa in contropiede, Eder chiede un rigore ma l'intervento di Manolas è lecito, la Roma insiste sulle fasce, producendo cross a ripetizione per Dzeko, che al 45' tenta il colpaccio da fuori senza fortuna. Nella ripresa anche gli ospiti protestano senza ragione per un penalty ma è la Samp, al 5', a passare in vantaggio con una punizione di Eder, che trova barriera e De Sanctis non all'altezza. Pjanic e Dzeko suonano la carica, l'ingresso in campo di Gervinho si fa sentire, il bomber bosniaco trova Viviano vispo al 20' ma l'estremo di casa nulla può al 24', allorché Salah, servito da Pjanic, infila il suo secondo gol di fila. La Roma va quasi all'arrembaggio, De Sanctis palesa ancora insicurezze e Dzeko  protesta ancora per un fallo al limite che pareva evidente, quindi Viviano si esibisce in un volo plastico su conclusione a girare di Salah. Gli sforzi dei giallorossi sono vani e anzi, al 40', sono i blucerchiati a trovare di nuovo la via del gol: spunto di Eder con tiro-cross verso la porta di De Sanctis, Manolas svirgola il rinvio e firma l'autorete. Ci sarebbe anche il tempo per recuperare ma la Roma non ha più la forza di spingere come potrebbe. I blucerchiati, con Cassano in campo nei minuti conclusivi, gestiscono e non rischiano, portando a casa tre punti di spessore.