Domenica 5 Maggio 2024

Garcia, i Vip non bastano. Lazio bella e distratta. Il Bologna sfiora il pari

Giuseppe Tassi

A PAROLE si sentono tutti da scudetto. Mancini, con la sua Inter ancora indecifrabile, e Mihajlovic che non firmerebbe un terzo posto, perchè il Milan di Bacca, Luiz Adriano e Romagnoli deve correre per il titolo. Aldilà dei proclami, non sarà facile impedire alla Juve la conquista del quinto scudetto consecutivo. Lo dimostra il debutto della Roma di Garcia, da tutti descritta come la regina del mercato. Fra i tanti nuovi assi in campo a Verona (Dzeko, Salah, Iago Falque) alla fine il più convincente è il portiere Szczesny, che impedisce al Verona di colpire in contropiede con una serie di prodezze. Solo dopo il gol dei veneti, firmato da Jankovic con un pregevole destro al volo, la Roma rialza la testa. Garcia spedisce in campo Iago Falque per Salah e Keita per De Rossi e trova il pari con una botta da trenta metri di Florenzi che sorprende Rafael.

Sul piano della manovra la Roma è pressante e continua ma la scientifica chiusura degli spazi ordinata da Mandorlini fa collassare i fantasisti giallorossi. Salah scompare a poco a poco, Gervinho è brioso ma sterile. Più solido e produttivo Dzeko, che ha pochissime palle giocabili, eppure si mostra pericoloso in ogni circostanza: di testa, di piede e in acrobazia. Se Garcia cerca un salto di qualità, il bomber slavo può farlo decollare. A patto che la squadra sappia creare spazi sui lati per sfruttare al meglio gli spunti di Salah e Iago Falque, i velocisti che dovrebbero mettere le ali alla squadra. Neppure la Lazio va sul velluto. Bella, a tratti bellissima, la squadra di Pioli è troppo compiaciuta di se stessa e del suo calcio tutto palleggio e velocità. Brillano Keita e Kishna, ragazzi meraviglia, spumeggia Biglia e il Bologna sembra vittima predestinata. Due gol subiti in 23 minuti e un grazie gigantesco ai miracoli di Mirante. Ma basta un gol di Mancosu in contropiede (il primo del sardo in maglia rossoblu) a riaprire uno spiraglio per le speranze bolognesi.

NON MALE il ritorno di Rossi in Serie A con una squadra che manca ancora di tre-quattro pezzi fondamentali e che impiega Destro solo nel finale di gara. Piacciono l’atteggiamento combattivo, la sicurezza dei giovani, il palleggio raffinato di Brienza e la voglia di inseguire il risultato fino all’ultimo secondo. Il pareggio agognato non arriva, ma con la stessa convinzione dell’Olimpico e gli innesti di Donsah e Giaccherini, questa squadra può regalare qualche sorriso a una città affamata di grande calcio.