Mercoledì 8 Maggio 2024

Ferrari, Vettel il nuovo Schumacher. Maranello può tornare a sognare

Seb in Malesia ha riportato la Rossa alla vittoria dopo due anni al secondo Gp facendo anche meglio di Michael che ci riuscì al quinto. La strategia azzeccata, il talento del pilota e il lavoro di squadra spezzano il digiuno

La festa al box Ferrari dopo la vittoria di Vettel (Afp)

La festa al box Ferrari dopo la vittoria di Vettel (Afp)

Sepang, 30 marzo 2015 - 29 marzo 2015. Segnatevi la data. Nascita ufficiale di un grande amore. Perché ora non ci sono più dubbi. Seb Vettel è calato in Italia per restituire a milioni di ferraristi le emozioni generate dall’idolo della sua infanzia. Un certo Michael Schumacher. Del quale ha persino fatto meglio, in termini statistici. Nel 1996, al predecessore di Germania servirono cinque Gran premi per celebrare il primo successo al volante della Rossa. Vettel è andato a bersaglio alla seconda occasione.

IL TALENTO. Prima di scivolare sul romanticismo spinto, conviene ammirare il modo in cui il quattro volte iridato ha gestito la gara della Malesia. E’ stato irreprensibile al via, quando ha difeso la posizione dall’attacco di Rosberg. E’ stato strategicamente coraggioso quando, d’intesa con la squadra, ha evitato di precipitarsi ai box per cambiare le gomme. E’ stato esemplare nella gestione ‘pneumatica’ della corsa: non è andato piano per risparmiare le ‘scarpe’ e infatti ha vinto concedendosi una sosta in meno rispetto ai concorrenti Mercedes. Ancora: è stato aggressivo e risoluto in occasione di sorpassi e doppiaggi. In breve: ha sublimato con la guida una macchina che era buonissima.

IN ITALIANO. Poi c’è l’elemento sentimentale. Vettel che taglia il traguardo e urla la sua gioia in un italiano perfetto (in questo, il ragazzo è molto più ‘friendly’ di Schumi, che per anni evitò di esprimersi nella lingua di Dante). Vettel che piange e ride dispensando abbracci nel tripudio del dopo. Vettel che sale sul podio della premiazione e probabilmente ricorda un gesto classico di Michelone, abituato a ‘dirigere’ il coro di meccanici e ingegneri intenti a sgolarsi sulle note di ‘Fratelli d’Italia’. Così nasce una grande storia d’amore. Ovviamente i risultati sono fondamentali e io non starei qui a sviluppare simili discorsi se il verdetto della pista avesse premiato un altro pilota, di un’altra scuderia. Ma le cose sono andate come sapete e adesso nulla manca per l’esplodere della…Febbre Vettel.

E ADESSO? Nelle esternazioni liberatorie che hanno accompagnato l’impresa, il giovanotto ha pronunciato una frase che mi ha colpito. La riassumo alla buona: sono già pronto a inseguire la prossima vittoria, mai smettere di sognare il massimo, se non avessi sempre in mente il trionfo non mi alzerei nemmeno dal letto la mattina, la vita è competizione e non conosco la parola rassegnazione. Ecco, c’è qualcosa di fortissimo, nella identità agonistica di Vettel. Ignoro come reagirà alle difficoltà, che di sicuro non mancheranno. Ma l’uomo ha dentro valori positivi, in Ferrari si sente a casa ed è sempre notevole la lucidità con la quale Seb ‘legge’ gli eventi. Ieri ha spiegato, ad esempio, che le alte temperature hanno aiutato la Rossa, cogliendo in contropiede la Mercedes e in Cina farà decisamente più freddo. Ma lui, è sottinteso, ci proverà comunque. Nel frattempo, complimenti e grazie. Meglio, in nome della reciprocità linguistica: danke, Seb.