Domenica 5 Maggio 2024

Hacker russi nel sito Wada, spuntano nomi di Froome e Wiggins

Sarebbero tra gli atleti che hanno assunto sostanze dopanti a fini terapeutici

Chris Froome (Ansa)

Chris Froome (Ansa)

Roma, 15 settembre 2016 - Si allarga il giallo doping sulle Olimpiadi di Rio 2016. Un po' alla volta emergono nuovi documenti sottratti illegalmente dagli hacker russi di "Fancy Bears" (conosciuti anche come 'Team Zar')  dal databese della Wada,  agenzia mondiale antidoping. Sarebbero dati medici confidenziali quali le esenzioni a fini terapeutici su sostanze altrimenti illecite, fornite dalle Federazioni sportive internazionali (Isf) e dalle Organizzazioni nazionali antidoping (Nado). Dati che spesso finiscono sotto la lente della Wada e che, in alcuni casi, portano alla squalifica degli atleti.

GLI ATLETI COINVOLTI - E così, nel mirino degli hacker russi, finiscono altri 25 olimpionici: dieci statunitensi, cinque britannici, uno della Repubblica Ceca, uno della Danimarca, una della Polonia, uno della Romania e anche un atleta russo. Nei giorni scorsi era emerso il nome di Simone Biles, stella della ginnastica che ha incantato il mondo a Rio. Poi le sorelle Williams, la cestista Delle Donne e quindi oggi due nomi illustri del ciclismo: Bradley Wiggins e Chris Froome, entrambi vincitori di Tour de France e di medaglie olimpiche. Anche a Rio.  Per quanto riguarda i farmaci assunti è emerso come Wiggins, affetto da asma abbia usato in diversi casi il salbutamolo, usato negli inalatori spray. Oltre a loro, tra i britannici figurano il golfista Charley Hull, il canottiere Sam Townsend e il giocatore dii Rugby a 7 Heather Fisher.  Spunta anche il nome della tennista Petra Kvitova. Al momento non vi è alcuna conferma su qualsiasi illecito da parte degli atleti.  Per il direttore generale Olivier Niggli nessun dubbio: si tratta di una rappresaglia contro l'Agenzia e il sistema anti-doping mondiale, a causa della nostra indagine indipendente che ha mostrato il doping sponsorizzata dallo Stato in Russia. 

BILES - Il nome che ha fatto più scalpore, nei giorni scorsi, è stato quello di Simone Biles. La ginnasta Usa ha motivato l'assunzione di sostanze illecite giustificate da certificati medici a causa della sindrome da deficit di attenzione/iperattività di cui soffre "fin da quando ero una ragazzina.  Prendere medicine non è un qualcosa di cui vergognarsi o che abbia paura a rivelare alla gente".