Giovedì 16 Maggio 2024
LEO TURRINI
Calcio

Pedofilia e calcio, Dossena: è importante parlarne

"Lo scandalo inglese alzerà il livello d’allarme"

Belle Dossena (Ansa)

Belle Dossena (Ansa)

Milano, 15 dicembre 2016 - ‘Io per fortuna non sono mai stato molestato, quando ero un ragazzino che inseguiva i sogni prendendo a calci un pallone. Ma quello che viene fuori dall’Inghilterra purtroppo non mi sorprende…’

Giuseppe Dossena, Beppe per gli amici, è stato un grande centrocampista. Faceva parte del gruppo azzurro di Enzo Bearzot ai mondiali del 1982 e ha vinto con la Sampdoria di Vialli e di Mancini lo storico scudetto del 1991.

‘Quando sei bambino ha il dono dell’innocenza –sospira l’ex commentatore della Rai- E quindi certe cose non le noti. Poi, invecchiando, riesci a fare due più due e allora certe situazioni le comprendi meglio’.

Tipo?

‘Mah, con il senno di poi ho capito che talvolta negli ambienti che frequentavo da minorenne qualcosa non tornava, ecco’.

C’è chi dice che la pedofilia sia sempre esistita, negli ambienti dello sport giovanile.

‘Io preferisco pensare che il rischio sia sempre esistito, perché ci sono debolezze, se vogliamo eufemisticamente definirle così, che appartengono a più di un essere umano. Ma ad una rete degli orchi in agguato a bordo campo non ho mai creduto’.

Consigli per la prevenzione?

‘Fortunatamente nella società moderna le sensibilità si sono acuite. La vigilanza è più attenta, almeno spero. Lo scandalo inglese alzerà il livello d’allarme, è importante che se ne parli, non è più tempo di silenzi compiacenti. Ma alcune cose potrebbero essere fatte, messe nero su bianco, al limite previste dalla legge’.

Sentiamo.

‘Beh, chi allena dei bambini, in qualunque disciplina, diventa automaticamente un punto di riferimento per i piccoli. E allora un coach non può diventare  tale soltanto perché sa insegnare lo stop o il tiro libero. Se fai il maestro devi avere frequentato, secondo me, un corso di psicologia. E a un livello più alto, parlo di vivai dei club professionistici, nello staff dovrebbe sempre esserci uno psicologo’.

E poi?

‘Poi con i bambini nello spogliatoio è bene sia sempre presente almeno un genitore, in rappresentanza di tutte le famiglie. E’ bene che i padri e le madri partecipino alla attività agonistica dei figli. E’ sbagliato dire: porto il mio ragazzino al campo o in palestra e lo torno a prendere quando ha finito l’allenamento. No, ci sono cose sulle quali non puoi delegare’.

La prudenza non è mai troppa.

‘Certamente, anche perché chi subisce un oltraggio in tenera età poi resta ferito per sempre, si porta dietro quella violenza per tutta la vita. Ed è orribile che questo possa accadere a giovanissimi che amano lo sport e che inseguono i sogni dell’infanzia. Posso aggiungere un’altra cosa?’

Prego.

‘Beh, andrebbero anche vietati i contatti tra gli istruttori e gli allievi al di fuori del luogo di attività fisica. Un bravo allenatore non ha bisogno, per insegnare meglio, di frequentare i suoi ragazzi in un ambito privato. So che una misura del genere può suonare eccessivamente rigorose, ma viviamo in un mondo nel quale le cautele sono una forma di autodifesa’.