Martedì 14 Maggio 2024

Ammiraglio Usa: "L'attività dei sottomarini russi è ai livelli della Guerra Fredda"

Mark Ferguson, capo della VI flotta Usa di stanza a Napoli, è preoccupato dall'espansionismo voluto dal presidente russo a partire dall'annessione della Crimea

Sottomarino a propulsione nucleare classe “Borey”, il ‘Vladimir Monomakh' (Olycom)

Sottomarino a propulsione nucleare classe “Borey”, il ‘Vladimir Monomakh' (Olycom)

Napoli, 16 aprile 2016  - Putin non fa passare notti tranquille a comandante in capo della VI flotta Usa di stanza a Napoli, l'ammiraglio a 4 stelle Mark Ferguson. Intervistato dalla Cnn l'alto ufficiale ha denunciato la corsa alle armi della Russia dello 'zar' Vladimir. Quello che più preoccupa è il ritorno delle attività della flotta dei sottomarini nucleari di Mosca agli stessi livelli della Guerra Fredda. 

I sottomarini nucleari russi, l'arma più insidiosa di tutto l'arsenale, sono più moderni, "meno intercettabili dai sonar, meglio armati, con sistemi missilistici che possono colpire ad una maggiore distanza".

Ferguson sottolinaea anche che i sottomarini russi hanno superato i limiti del passato, hanno "migliorato la loro capacità di reazione e di operare in teatri lontani dalle loro basi". Mosca infatti ha creato 12 nuove basi per sommergibili intorno al circolo polare artico e ha schierato 6 unità nel Mar Nero, vicino al Mediterraneo. 

L'obiettivo di Putin è tenere testa alla Nato, preoccupata a sua volta dall'espansionismo programmato dal presidente russo a partire dall'annessione della penisola ucraina di Crimea a marzo del 2014.