Giovedì 16 Maggio 2024

Scuola, 9 milioni sui banchi. Giannini: "Siate protagonisti". Allarme povertà educativa

Primo giorno di scuola tra oggi e mercoledì. La titolare dell'Istruzione fa gli auguri agli studenti e a 1 milione di insegnanti, ma Save The Children pubblica un rapporto preoccupante: in Italia larghe fasce giovanili rischiano di non sviluppare "le competenze necessarie a uno sviluppo adeguato"

Primo giorno di scuola (NEWPRESS)

Primo giorno di scuola (NEWPRESS)

Roma, 14 settembre 2014 - Primo giorno di scuola in molte regioni d'Italia (gli ultimi istituti a ricominciare le lezioni apriranno mercoledì). "Oggi si riparte e vorrei fare un augurio a tutto il mondo della scuola, cioè a 9 milioni di studenti e 1 milione tra insegnanti e personale che serve per far funzionare al meglio i nostri istituti - dice il ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini, ospite di Uno Mattina -. Questo è un anno speciale con tante novità sui banchi e, lo dico ai ragazzi, abbiamo fatto un enorme sforzo affinché siate protagonisti - continua il ministro -. Ci sarà  il potenziamento di materie importanti, di quelle che a volte piacciono o che bisogna cominciare a far diventare affascinanti perché lo sono, come la matematica, le competenze linguistiche, la lingua straniera, l'arte, la musica", ha aggiunto il ministro. "Insomma, è un anno che può diventare quello che noi vorremmo: la scuola che rende protagonisti, studenti e insegnanti", auspica la titolare del dicastero di viale Trastevere.

ALLARME SAVE THE CHILDREN - La povertà educativa, cioè la mancanza delle competenze necessarie per uno sviluppo adeguato e per farsi strada nella vita, è infatti una mina innescata sul futuro di milioni di bambini e adolescenti italiani. Lo afferma un rapporto di Save The Children, secondo il quale quasi il 25% dei quindicenni è sotto la soglia minima di competenze in matematica e quasi 1 su 5 in lettura, percentuale che raggiunge rispettivamente il 36% e il 29% fra gli adolescenti che vivono in famiglie con un basso livello socio-economico e culturale: povertà economica e povertà educativa, infatti, si alimentano reciprocamente e si trasmettono di generazione in generazione. 

CARENZE SERVIZI - D'altra parte, notevoli sono le carenze di servizi e opportunità formative scolastiche ed extrascolastiche: solo il 14% dei bambini tra 0 e 2 anni riesce ad andare al nido o usufruire di servizi integrativi, il 68% delle classi della scuola primaria non offre il tempo pieno e il 64% dei minori non accede ad una serie di attività ricreative, sportive, formative e culturali, con punte estreme in Campania (84%), Sicilia (79%) e Calabria (78%). In particolare, il 48,4% dei minori tra 6 e 17 anni non ha letto neanche un libro nell'anno precedente, il 69,4% non ha visitato un sito archeologico e il 55,2% un museo, il 45,5% non ha svolto alcuna attività sportiva. 

TRE OBIETTIVI -  Il rapporto di Save the Children "Illuminiamo il Futuro 2030 - Obiettivi per liberare i bambini dalla Povertà Educativa", che sarà diffuso oggi, propone di contrastare il fenomeno in atto e lancia tre obiettivi, "ambiziosi ma realistici" - elaborati con il contributo di un Comitato Scientifico -, per eliminare entro il 2030 in Italia la povertà economica ed educativa, sull'esempio dei nuovi Obiettivi di Sviluppo Sostenibili indicati dalle Nazioni Unite: 1. tutti i minori devono poter apprendere, sperimentare, sviluppare capacità, talenti e aspirazioni; 2. tutti i minori devono poter avere accesso all'offerta educativa di qualità; 3. va eliminata la povertà minorile per favorire la crescita educativa.

CIRCOLO VIZIOSO - "I dati che emergono dalle nostre elaborazioni rivelano un fenomeno allarmante: in Italia, una parte troppo ampia degli adolescenti è priva di quelle competenze necessarie per crescere e farsi strada nella vita", sottolinea Valerio Neri, direttore generale di Save the Children. "La povertà educativa risulta più intensa nelle fasce di popolazione più disagiate - non dimentichiamo che in Italia più di 1 minore su 10 vive in condizioni di povertà estrema - e aggrava e consolida, come in un circolo vizioso, le condizioni di svantaggio e di impoverimento già presenti nel nucleo familiare. E' per questo che abbiamo deciso di affrontare la sfida e ci siamo dati 3 grandi obiettivi sui quali impegnarci in prima persona, chiamando all'azione tutte le forze sociali e istituzionali che operano a tutela dell'infanzia per restituire un futuro ai giovani".

DATO PER AREE - A Sud e nelle isole, la percentuale di adolescenti che non consegue le competenze minime in matematica e lettura raggiunge rispettivamente il 44,2% e il 42%, con un picco estremo in Calabria (46% e 37%). In relazione al genere, le disuguaglianze colpiscono in modo particolare le ragazze per la matematica (il 23% delle alunne non raggiunge le competenze minime contro il 20% dei maschi), mentre i ragazzi sono meno competenti in lettura: il 23% risulta insufficiente contro l'11% delle coetanee. Le ragazze e i ragazzi meridionali sono maggiormente svantaggiati sia in matematica che in lettura rispetto ai coetanei settentrionali: la percentuale delle ragazze che non raggiungono le competenze minime in matematica è del 32% al Sud, il doppio delle coetanee del Nord (16%) e la stessa differenza percentuale si riscontra per i maschi meridionali (28%) e i loro coetanei settentrionali (14%). Differenze di genere si osservano anche per le attività ricreative e culturali: il 51% delle minori tra i 6 e i 16 anni non ha fatto sport in modo continuativo contro il 40% dei maschi, mentre questi ultimi leggono meno, fanno poche attività culturali e navigano meno su Internet. 

EFFETTO MIGRAZIONI - Altro fattore della povertà educativa è l'origine migrante dei genitori: tra i ragazzi migranti di prima generazione il 41% non raggiunge i livelli minimi di competenze in matematica e lettura, incidenza che cala al 31% in matematica e al 29% in lettura per quelli di seconda generazione.

BATTAGLIA DA VINCERE - "La povertà educativa non può essere un destino ineluttabile e non è accettabile che il futuro dei ragazzi sia determinato dalla loro provenienza sociale, geografica o di genere", sottolinea Raffaela Milano, direttore Programmi Italia-Europa Save the Children. "Le enormi diseguaglianze che oggi colpiscono i bambini e i ragazzi in Italia vanno superate attivando subito un piano di contrasto alla povertà minorile e potenziando l'offerta di servizi educativi di qualità: i dati ci dimostrano che i servizi per la prima infanzia, le scuole attrezzate, le attività ricreative e culturali possono spezzare le catene intergenerazionali della povertà. Serve però uno sforzo comune e coordinato da parte delle istituzioni ad ogni livello e delle stesse comunità locali e l'impegno per sconfiggere la povertà educativa deve diventare prioritario nell'agenda del Governo