Martedì 7 Maggio 2024

Scordatevi le elezioni

RISPETTO allo scontro sulla riforma costituzionale dobbiamo liberarci di tre argomenti: il tempo, i contenuti, le maggioranze. Per prima cosa non si può dire che le riforme costituzionali ed elettorali siano troppo veloci. Entrambi furono promesse da un vasto arco di forze politiche al presidente Napolitano nel momento in cui gli chiesero la disponibilità alla rielezione. Per di più, anche andando a ritmo sostenuto, la riforma si concluderà comunque con un referendum previsto nei primi mesi del 2016. Tre anni, un tempo doppio rispetto a quello impiegato per riscrivere la stessa Costituzione.

In secondo luogo, al di là dei dettagli che appassionano gli studiosi, non esiste un problema di fondo nei contenuti: per chi vuole un sistema parlamentare razionalizzato e un sistema decentrato cooperativo tra i livelli di governo si tratta di proposte tradizionali elaborate a partire dalla Commissione Bozzi sino a quella del Governo Letta. Peraltro a questo punto il 90% del testo non è più modificabile perché già votato in modo identico sia da Camera sia da Senato. In terzo luogo la maggioranza che ha condiviso i testi era l’unica possibile: il M5S sa bene di prendere voti se le istituzioni non funzionano e non è quindi interessato. Per di più le sue proposte esprimono finalità opposte, una logica assemblearista e plebiscitaria con la quale l’Italia sarebbe l’unica grande democrazia in sostanza priva di Governo. Ora la maggioranza si è ristretta perché FI perdeva voti a favore della Lega e ha pensato di tamponare la falla con un atteggiamento più duro riavvicinandosi a Salvini, ma ciò non ha a che fare coi contenuti.

A QUESTO punto, in sostanza, le possibilità sono solo due. La prima, quella più probabile, è di proseguire con le due ulteriori letture e col referendum di inizio 2016. L’altra, nel caso in cui la maggioranza trovi improvvisi blocchi, è quella di precipitare al voto col Consultellum, che produrrebbe con tutta probabilità una nuova grande coalizione dal Pd fino a FI per ripartire con le medesime riforme, proprio quelle oggi contestate. I contenuti sarebbero identici ma perdendo tre anni. Per questo, nonostante gli indubbi problemi, meglio avanzare. Anche una grande scelta di sistema, di rilievo costituzionale, l’adesione alla Nato, fu presa con tumulti in Parlamento, ma poi diventò eredità di tutti.