Giovedì 16 Maggio 2024

Riforme, Sel-M5S esauriscono i tempi: bagarre in Aula. Fi attacca: il relatore si dimette

Sel chiede al Pd di cambiare, Brunetta in aula: "Faremo di tutto per rallentare il percorso". Ma il sottosegretario Lotti: "Andiamo avanti lo stesso" SCHEDA Lega e Forza Italia, 20 anni tra liti e alleanze

Il deputato di Sel Arturo Scotto durante il suo intervento nell'Aula della Camera (Ansa)

Il deputato di Sel Arturo Scotto durante il suo intervento nell'Aula della Camera (Ansa)

Roma, 10 febbraio 2015 - La rottura del Patto del Nazareno e la conseguente alleanza Berlusconi-Salvini irrompono in aula nella discussione sulle riforme. Oggi gli effetti della luna di miele da poco conclusa si sono visti chiari e netti nel voto sulla riforma costituzionale alla Camera: come primo atto, gli azzurri sferrano un attacco: le dimissioni dell'azzurro Francesco Paolo Sisto da relatore. Ma il Pd non sembra scomporsi più di tanto, e il relatore dem, Emanuele Fiano, twitta: "Resto io". Nel pomeriggio scoppia la bagarre in Aula con Sel e il M5S che esauriscono i tempi a disposizione e lanciano libri sul banco della presidenza.

SISTO SE NE VA - "Con dolore profondo del giurista nato fra i codici, ma con la coerenza dell'appartenenza rinuncio al ruolo di relatore", annuncia nell'Aula della Camera Francesco Paolo Sisto (FI), presidente della Commissione Affari costituzionali e finora relatore del ddl Riforme costituzionali. E aggiunge: "Il patto del Nazareno non esiste più e Forza Italia è libera di non essere scontenta".

In ogni modo Sisto si mostra ottimista sul cammino delle riforme: "dire che oggi, con le dimissioni del relatore, le riforme sono più difficili da approvare non ci sta - spiega - Forza Italia farà un'opposizione non cieca ma ragionevole e in linea coi valori del partito". Quanto a un'intesa con la Lega, osserva che "una posizione comune nasce dalla condivisione dei contenuti, non è a prescindere e cieca. Diciamo che il centrodestra si è ricompattato almeno sui punti generali".

Ma è possibile che Berlusconi torni indietro? "Nella vita non c'è nulla di certo - risponde Sisto - ma oggi la situazione è chiarissima, per le scelte fatte dal presidente Berlusconi, per gli emendamenti che Fi ha presentato... Ci sono tutti gli elementi fattuali che danno alla nostra scelta un solido fondamento di carattere politico".  Sisto conclude: "Noi voteremo quella parte delle riforme conforme al dna e ai valori di Forza Italia. Se prima rinunciavamo per il bene del paese, oggi questa disponibilità non c'è più". E a chi gli chiede che fine farà Fitto, Sisto risponde: "Fitto inizia, non finisce".

FIANO: RESTO IO - "Proseguirò io da solo come relatore" del ddl di Riforme costituzionali, scrive su Twitter il depitato Pd Emanuele Fiano. La mossa ha dato il destro a Lega e M5s di chiedere in aula alla Camera che il ddl di riforme costituzionali torni in commissione, ma l'aula della Camera ha respinto la richiesta.

E il sottosegretario alla presidenza Luca Lotti rimarca: "Mi dispiace per le dimissioni di Sisto, ma noi andiamo avanti. Il patto del Nazareno - aggiunge - è scritto nelle riforme che stiamo portando avanti. Non metto bocca nei partiti degli altri, vedremo come si comporteranno in Aula, ma non mi pare che dentro Forza Italia ci siano le idee chiare".

"Le riforme sono state approvate da Forza Italia che adesso si fa autostruzionismo. Deve essere una nuova teoria economica del quasi Nobel Brunetta: le quasi riforme", ironizza Ernesto Carbone, deputato renziano del Pd, in un tweet che stigmatizza il comportamento in aula degli azzurri sulle riforme.

BRUNETTA: RALLENTIAMO - "Chiediamo alla maggioranza di fermarsi". Renato Brunetta, capogruppo di Fi alla Camera, interviene in Aula: "Faremo di tutto per rallentare questo percorso verso il disastro". "Le dimissioni sofferte, generose e responsabili da relatore del presidente Francesco Sisto discendono da un nostro 'no' a questo percorso di riforme istituzionali e obbediscono alla logica della democrazia parlamentare - spiega Brunetta - Noi rispettiamo forme e sostanza delle regole. Non giochiamo ipocritamente con le cariche e gli accordi. Il nostro no nasce dalla decisione di far prevalere una volta per tutte la buona morale politica sulla prepotenza". 

Sulle riforme FI fa "un'opposizione responsabile e selettiva, non meccanicistica. Il resto sono strumentalizzazioni", risponde Renato Brunetta a chi dal suo partito contesta alcuni voti in Aula in linea col Pd. "Gli effetti della rottura del patto del Nazareno si vedranno nei voti sugli articoli e nel voto finale". Insomma, continua Brunetta, "la linea che stiamo tenendo in Aula sul federalismo è quella espressa dalla giunta regionale lombarda, che vede d'accordo la Lega, Ncd e Forza Italia".

L'AZZURRO CRITICO -  "Lo sapevamo che l'opposizione di Forza Italia era una farsa, ma non pensavo di precipitare così nel ridicolo né di essere su 'Scherzi a parte'", commenta tagliente  il senatore di Forza Italia Maurizio Bianconi, critico verso le posizioni sino ad ora assunte dal partito, nell'Aula di Montecitorio. "Appena ripresa la discussione sulle riforme, dopo roboanti e bellicose dichiarazioni di Brunetta, tutto è ripreso come prima. Forza Italia che vota col Pd contro gli emendamenti portanti i principi del centrodestra, sulla cessazione dei vincoli europei".

SEL: IL PD CAMBI - "Con le dimissioni di Sisto da relatore, e con il diverso atteggiamento di Forza Italia in Aula il Pd prenda atto che ci troviamo di fronte a un nuovo scenario, si fermi e modifichi quelle norme che fino ad ora hanno diviso", afferma il capogruppo di Sel, Arturo Scotto. 

SALVINI FRENA - "Forza Italia ha detto che un accordo è stato fatto e deciso, a Roma e nelle Regioni: piano, calma, e sangue freddo", ha detto Matteo Salvini parlando a Radio Padania. "FI dopo un anno ha capito che deve stare all'opposizione e che la Lega è un alleato importante. Valutiamo caso per caso nelle Regioni, ma a livello nazionale non basta dopo un anno di inciucio con Renzi: se si votasse domani mattina la Lega andrebbe da sola".

SEL LANCIA LIBRI SUL BANCO DELLA PRESIDENZA - I gruppi di M5S e Sel esauriscono i tempi a loro disposizione. L'annuncio fatto in Aula dalla presidente di turno, Marina Sereni, provoca la dura reazione delle opposizioni. La Lega chiede alla presidenza ulteriore tempo. Prende la parola il capogruppo di Sel Arturo Scotto, che protesta per la mancanza di democrazia, "sarà l'ultima volta che potrò intervenire", esordisce. Dopo le parole di Scotto, scoppia la bagarre in Aula, con la presidente Sereni costretta a riprendere più volte alcuni deputati di Sel, tra cui lo stesso Scotto e l'ex grillino ora in Sinistra ecologia e libertà Zaccagnini: "non è possibile tirare gli oggetti in Aula", tuona Sereni, mentre alcuni deputati lanciano i faldoni degli emendamenti al ddl riforme verso i banchi del governo e della presidenza stessa. Sereni sospende quindi i lavori e espelle Zaccagnini.