Bruciata viva dal fidanzato, nuovo caso di femminicidio. Tutti i numeri del 2016

Dall'inizio dell'anno sono 55 le donne morte per mano di un uomo. I dati dell'Eures

Sara Di Pietrantonio, bruciata viva. Il biglietto delle amiche di danza

Sara Di Pietrantonio, bruciata viva. Il biglietto delle amiche di danza

Roma, 30 maggio 2016 - La morte di Sara, la 22enne  bruciata viva dall'ex fidanzato, è solo l'ultimo caso di una lunga lista di femminicidi. In questi primi 5 mesi del 2016, sono infatti 55 le donne morte per mano di un uomo. I dati forniti dall'Istituto di ricerche economiche e sociali (Eures) vedono un leggero calo rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso, quando i femminicidi erano stati 63, ma sono comunque drammatici.

"Premesso che i dati sono ancora provvisori - spiega  il presidente Piacenti - si tratta di un calo leggero (nello stesso periodo dell'anno scorso erano stati 63), non così significativo e comunque inferiore a quello che ci sarebbe aspettati". Di quei 55 casi 43 sono avvenuti "all'interno del nucleo familiare, la metà (27) all'interno della coppia: è un dato costante, questo, non negli ultimi mesi ma da almeno un decennio a questa parte", da quando cioe' l'Osservatorio è attivo. Sempre negli ultimi dieci anni, "le donne uccise nel nostro Paese sono state 1.740 - ricorda Piacenti: 1.251 (il 71,9%) in famiglia, e 846 di queste (il 67,6%) all'interno della coppia; 224 (il 26,5%) per mano di un ex".

Di prevenzione si parla "molto più di un tempo, è vero - ammette Piacenti - ma la risposta al fenomeno continua ad essere inadeguata. Trovo davvero impressionante che nel 2016 possa ancora esserci un caso come quello di Sara Di Pietrantonio, una ragazza di venti anni cioè che aveva motivo di avere paura ma che non lo ha denunciato e che soprattutto non ha trovato nessuno a cui raccontarlo, in famiglia, tra gli amici o in quelle istituzioni che dovrebbero invece proteggere e garantire la libertà e il diritto alla sicurezza e all'incolumitàà di ciascuno". 

"Tutto questo - rincara la dose il presidente dell'Eures - dovrebbe finalmente scuotere le coscienza di tutti, al di là di ogni stonata soddisfazione per qualche vittima in meno in un determinato anno o periodo, per capire che non c'èdavvero più tempo da perdere. Pochi studi, investimenti inadeguati: a parlare sono bravi in tanti ma è tutta la prevenzione che va ripensata in modo da mettere in piedi iniziative efficaci che aiutino le potenziali vittime a comprendere quando e' il momento di chiedere aiuto". 

Nel periodo 2005-2015, sempre secondo i dati dell'Eures, i femminicidi di coppia hanno avuto nel 40,9% dei casi un movente passionale, e nel 21,6% sono stati originati da liti o dissapori; le armi più utilizzate sono state quelle da taglio (32,5%) e da fuoco (30,1%) mentre il 12,2% dei killer ha fatto uso di "armi improprie", il 9% ha strangolato la vittima e il 5,6% l'ha soffocata. Nel 16,7% dei casi, il femminicidio è stato preceduto da "violenze note", l'8,7% delle quali denunciate alle forze dell'ordine. Nel 31,1% delle occasioni l'assassino si è poi tolto la vita, nel 9% ci ha provato senza riuscirci.