Giovedì 16 Maggio 2024

Pil, Istat: +0,7% nel 2015. Investimenti giù

Cescono i consumi. Nel 2013 tra sommerso e attività illecite finiva il 12,9% del Pil

Istat, economia ferma. Nella foto un operaio alla catena di montaggio (LaPresse)

Istat, economia ferma. Nella foto un operaio alla catena di montaggio (LaPresse)

Roma, 4 novembre 2015 - Previsioni Istat in chiaroscuro per il Pil italiano 2015. Nell'ultima nota mensile, l'Istat conferma la crescita che quest'anno potrebbe attestarsi a +0,7%. Bene i consumi, ancora male gli investimenti. La stima è al di sotto, seppur di poco di quelle del Mef  (+0,9%), confermate nei giorni scorsi dal ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan e ribadite in diverse occasioni dal premier Matteo Renzi. Ed è appena peggiore anche di quella rilasciata in ottobre dal Fondo Monetario Internazionale (+0,8%). Questa mattina lo stesso Padoan aveva rilasciato dichiarazioni sul tema: "Dopo tre anni di profonda recessione la crescita e l'occupazione stanno ritornando", aveva detto.

BENE I CONSUMI -  Per il quarto trimestre ci si attende "la prosecuzione di una espansione a ritmi moderati". Il modello di previsione di breve termine indica una crescita congiunturale del Pil reale pari a +0,2%. Al risultato positivo contribuirebbe prevalentemente la crescita dei consumi che, in parte, si rifletterebbe sull'aumento delle importazioni.

MALE GLI INVESTIMENTI - Permangono invece le difficoltà nella ripartenza del ciclo degli investimenti. In questo scenario la crescita ottenuta dal "confronto tra i dati trimestrali corretti per i giorni lavorativi del 2015, che includono la previsione per il quarto trimestre, con quelli del 2014 è pari allo 0,7%. L'Istituto ricorda che nel terzo trimestre la crescita italiana è stata sostenuta prevalentemente dai consumi, che hanno beneficiato anche dei miglioramenti sul mercato del lavoro. In presenza di una diminuzione degli investimenti - si legge nella nota - la debolezza del ciclo internazionale ha condizionato negativamente le esportazioni. Il clima di fiducia delle famiglie prefigura un andamento positivo dei consumi anche nei prossimi mesi, così come rimangono moderatamente favorevoli le attese sull'evoluzione dell'occupazione e dell'inflazione.

DROGA E PROSTITUZIONE - Sempre oggi, l'Istat ha diffuso delle stime del Pil derivante da attività illecite e di quello sommerso. I dati fanno riferimento al 2013 e dicono che il traffico di stupefacenti, i servizi di prostituzione e il contrabbando di tabacco, hanno generato un valore aggiunto pari a 15,2 miliardi di euro. Tenendo in considerazione l'indotto (1,3 miliardi di euro), il peso di queste attività sul risultato complessivo nazionale è pari all'1,1%. La stima del 2013 è sostanzialmente in linea con quella del 2012. Se aggiungiamo questo dato all'11,9% stimato sull'economia sommersa, emerge che circa il 12,9% del Pil italiano è 'illegale'.

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