Lunedì 29 Aprile 2024

Sacrario di Redipuglia, Papa Francesco: "La guerra è follia, inutile strage"/ FOTO - VIDEO

Il Pontefice nei luoghi simbolo della Grande Guerra. Bergoglio ha celebrato la messa al sacrario di Redipuglia. "Anche oggi forse si può parlare di un terzo conflitto combattuto a pezzi"

Papa Francesco al cimitero austroungarico (Ansa)

Papa Francesco al cimitero austroungarico (Ansa)

Redipuglia (Gorizia), 13 settembre 2014 - Papa Francesco in Friuli Venezia Giulia, dove al sacrario di Redipuglia ha celebrato la messa nel centenario dell'inizio della Prima Guerra Mondiale. L'aereo con a bordo il Pontefice, partito da Roma, è atterrato all'aeroporto di Ronchi dei Legionari.

Il Papa è stato accolto dal ministro della Difesa, Roberta Pinotti e dal presidente del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani. Bergoglio è salito su una Golf targata Vaticano diretto al cimitero austro-ungarico e al sacrario di Redipuglia.

Papa Francesco ha poi raggiunto il cimitero austroungarico, dove riposano 15 mila soldati "nemici" nella Prima Guerra Mondiale per iniziare questo mesto pellegrinaggio proprio con un omaggio a tutti i caduti. Dall'aeroporto al cimitero austrungarico Francesco ha viaggiato su una Golf scura, salutando dal finestrino la piccola folla di fedeli che attendeva di vederlo passare lungo il breve percorso. Deposto un mazzo di fiori, Francesco ha trovato ad attenderlo, all`uscita, un gruppo di bambini con i quali ha brevemente conversato. 

Papa Francesco poi si è recato al più grande sacrario italiano, per pregare per le vittime di tutte le guerre e implorare la pace. 20 mila i fedeli che lo hanno atteso, insieme a 7500 militari. Bergoglio, infatti, incontra una numerosa rappresentanza delle forze armate italiane, che doveva ricevere in udienza in piazza San Pietro, per iniziativa dell`Ordinariato militare. Papa Francesco ha desiderato portarsi in preghiera a Redipuglia in occasione dei 100 anni dall`esplosione del primo conflitto mondiale e ricordando che sul Piave ha combattuto anche suo nonno Giovanni, bersagliere. 

Al sacrario di Redipuglia riposano 100 mila soldati italiani, anche in questo caso in gran parte ignoti. Papa Francesco ha concelebrato la messa con una cinquantina fra cardinali (fra loro il segretario di Stato, Parolin, gli arcivescovi di Vienna e Praga) e vescovi e centinaia di sacerdoti, provenienti da tutti i Paesi in guerra nel 1915-18.

LA GUERRA E' UNA FOLLIA  -  "Trovandomi qui, in questo luogo, trovo da dire soltanto: la guerra è una follia". Così il Papa nella messa. "La guerra distrugge. Distrugge anche ciò che Dio ha creato di più bello: l'essere umano. La guerra stravolge tutto, anche il legame tra fratelli. La guerra è folle, il suo piano di sviluppo è la distruzione: volersi sviluppare mediante la distruzione!".

"Dopo aver contemplato la bellezza del paesaggio di tutta questa zona, dove uomini e donne lavorano portando avanti la loro famiglia, dove i bambini giocano e gli anziani sognano... trovandomi qui, in questo luogo, trovo da dire soltanto: la guerra è una follia", ha affermato papa Francesco nell'omelia. "Mentre Dio porta avanti la sua creazione, e noi uomini siamo chiamati a collaborare alla sua opera, la guerra distrugge", ha proseguito.

"La cupidigia, l'intolleranza, l'ambizione al potere... sono motivi che spingono avanti la decisione bellica, e questi motivi sono spesso giustificati da un'ideologia; ma prima c'è la passione, c'è l'impulso distorto", ha detto il Papa. "L'ideologia è una giustificazione, e quando non c'è un'ideologia, c'è la risposta di Caino: 'A me che importa?', 'Sono forse io il custode di mio fratello?'", ha aggiunto. 

"Sopra l'ingresso di questo cimitero, aleggia il motto beffardo della guerra: 'A me che importa?'. Tutte queste persone, i cui resti riposano qui, avevano i loro progetti, i loro sogni..., ma le loro vite sono state spezzate. L'umanità ha detto: 'A me che importa?'". Così Bergoglio, citando "la risposta di Caino", nell'omelia della messa celebrata stamane al Sacrario di Redipuglia. "La guerra non guarda in faccia a nessuno: vecchi, bambini, mamme, papà... 'A me che importa?'", ha ribadito.

"Anche oggi, dopo il secondo fallimento di un'altra guerra mondiale, forse si può parlare di una terza guerra combattuta 'a pezzi', con crimini, massacri, distruzioni...". Nella messa il Pontefice ha puntato il dito contro "questi pianificatori del terrore, questi organizzatori dello scontro, come pure gli imprenditori delle armi", gli "affaristi della guerra", che "hanno scritto nel cuore: 'A me che importa?'".

"Qui ci sono tante vittime. Oggi noi le ricordiamo. C'è il pianto, c'è il dolore. E da qui ricordiamo tutte le vittime di tutte le guerre", ha detto il Pontefice nell'omelia. "Anche oggi le vittime sono tante... - ha proseguito - Come è possibile questo? E' possibile perché anche oggi dietro le quinte ci sono interessi, piani geopolitici, avidità di denaro e di potere, e c'è l'industria delle armi, che sembra essere tanto importante!". "E' proprio dei saggi riconoscere gli errori, provarne dolore, pentirsi, chiedere perdono e piangere - ha aggiunto il Pontefice -. Con quel 'A me che importa?' che hanno nel cuore gli affaristi della guerra, forse guadagnano tanto, ma il loro cuore corrotto ha perso la capacità di piangere".

"L'ombra di Caino ci ricopre oggi qui, in questo cimitero. Si vede qui. Si vede nella storia che va dal 1914 fino ai nostri giorni. E si vede anche nei nostri giorni". "Con cuore di figlio, di fratello, di padre, chiedo a tutti voi e per tutti noi la conversione del cuore: passare da quel 'A me che importa?', al pianto. Per tutti i caduti della 'inutile strage', per tutte le vittime della follia della guerra, in ogni tempo. L'umanità ha bisogno di piangere, e questa è l'ora del pianto". Così Papa Francesco ha concluso la sua omelia nella messa al Sacrario militare di Redipuglia. 

CAPPELLO DA BERSAGLIERE  - Un cappello dei Bersaglieri è stato portato all'Offertorio della messa. Il gesto ricorda il Maggiore Giuseppe La Rosa del terzo Bersaglieri, l'ultimo italiano caduto in Afghanistan nel 2013. A Redipuglia sono presenti anche i genitori del militare.

LA LAMPADA PER GLI ORDINARI MILITARI  - A conclusione della concelebrazione eucaristica  Papa Francesco ha donato agli ordinari militari, provenienti da tutto il mondo, una lampada accesa nella basilica di San Francesco, come simbolo di pace. Alla messa hanno assistito, fra i 7500 militari, rappresentanti della base americana di Aviano, un centinaio di soldati ungheresi, accompagnati dal ministro della Difesa, e un centinaio di un militari anche slovacchi.

IL FOGLIO DA MATRICOLA DEL NONNO - Papa Francesco ha ricevuto il foglio matricolare del nonno, Giovanni Carlo Bergoglio, che combattè la Prima Guerra Mondiale anche a pochi passi dal Sacrario, nelle trincee vicine al fiume Isonzo. Nato ad Asti nel 1884, il nonno del Papa fu radiotelegrafista. Il Pontefice ha ricevuto il documento dal Capo di Stato Maggiore della Difesa, Ammiraglio Luigi Binelli Mantelli. Il ministro della Difesa, Roberta Pinotti ha donato al Papa un altare da campo della Prima Guerra.