Mercoledì 8 Maggio 2024

Caos Libia, Nyt: "Raid segreti di Egitto ed Emirati arabi"

Si tratta di Omar al Hassi, nominato dal vecchio congresso. Il Paese è ancora amministrato da un esecutivo provvisorio

Il vertice al Cairo (AFP)

Il vertice al Cairo (AFP)

Tripoli, 25 agosto 2014 - Almeno "due volte negli ultimi sette giorni Egitto ed Emirati Arabi Uniti hanno segretamente condotto raid aerei contro le milizie islamiste che combattevano per il controllo di Tripoli". Il riferimento è all'avazanta della milizia di Misurata, sostenuta dalla forza islamista "Alba", che ha strappato il controllo dell'aeroporto della capitale, alle rivali milizie nazionaliste di Zintan. E' quanto rivela il New York Times citando "4 differenti alti funzionari" del governo Usa. La notizia sgombra il campo dalle voci iniziali di raid francesi ed italiani della settimana scorsa diffusesi in un primo momento e smentite da Parigi e Londra. L'Egitto smentisce l'articolo del quotidiano Usa. Alcuni funzionari del Cairo avrebbero addirttura detto a diplomatici statunitensi di non avere fatto alcun intervento. 

NOMINATO NUOVO PREMIER - Una personalità filo-islamista, Omar al Hassi, è stato incaricato dall'Assemblea libica uscente, il Consiglio generale nazionale (Gnc), di "governo di salvezza" nazionale mentre il Paese è ancora amministrato da un esecutivo provvisorio. Lo ha riportato una televisione araba. Hassi ha ricevuto il mandato nel corso di una riunione a Tripoli del Gnc, ha precisato l'emittente televisiva Annabaa (vicina agli islamisti), senza specificare quanti parlamentari di questa assemblea abbiano votato a favore di questa decisione. La riunione si è aperta senza il quorum, ha precisato l'emittente.

Il premier libico ad interim, Abdullah al Thinni, ha bollato come semplicemente "illegali" tutte le decisioni assunte oggi dall'ormai ex Parlamento, il General National Congress (Gnc) filo-islamista. Gnc che oggi si è riunito "illegalmente" a Tripoli, ha aggiunto al Thani, e ha nominato un altro primo ministro, Omar al-Hassi. Quest'ultimo, filo-islamista che aveva già tentato la scalata alla poltrona ad aprile, di fatto rappresenta la situazione di fatto creatasi sul terreno a Tripoli dopo che le milizie di Misurata, sostenute dalla forza islamista "Alba", hanno conquistato l'aeroporto della capitale, strappandolo alle milizie nazionaliste di Zintan. Il Gnc dopo le elezioni del 25 giugno, in un Paese normale sarebbe di fatto disciolto. Al suo posto, infatti, è stata eletta una Camera dei Rappresentanti a maggioranzadi liberali e federalisti. Nel tardo pomeriggio uomini armati hanno fatto irruzione e appiccato fuoco nella casa a Tripoli di al Thinni, apparentemente per cercare dei documenti. Il raid è avvenuto dopo che il Parlamento uscente ha votato per sostituire l'attuale esecutivo di al-Thinni con un nuovo "governo di salvezza nazionale", guidato da Omar al-Hassi. Gli uomini armati hanno fatto irruzione anche nelle case di almeno due leader della milizia di Zintan.

ELETTO IL NUOVO CAPO DELL'ESERCITO - Il Parlamento in Libia ha anche nominato un nuovo capo di stato maggiore della difesa, che avrà il compito di affrontare le milizie armate che hanno assunto il controllo di vaste aree del paese. "Il colonnello Abdel Razzak Nadhuri è stato scelto da 88 dei 124 parlamentari presenti ed è stato promosso a generale" ieri, ha spiegato il portavoce del parlamento Mohammed Toumi.

 IL VERTICE IN EGITTO - Ha intanto preso il via oggi in Egitto il vertice dei paesi del nord Africa per discutere della situazione in Libia. Fra gli organizzatori dell'incontro, il ministro degli Esteri algerino Ramadan Lamamra atterrato sabato sera al Cairo. I disordini che stanno avvenendo in Libia rappresentano una minaccia per i paesi confinanti, in particolare l'Egitto e Algeria. Da ieri l'altro le milizie islamiche controllano l'aeroporto di Tripoli, mentre continuano i raid aerei di forze non identificate contro le postazioni islamiste nella capitale e a Misurata. Il summit dei Paesi confinanti con la Libia invita le parti in conflitto ad avviare un dialogo nazionale che porti alla fine di tutte le operazioni militari, al caos e alla violenza nel Paese. Lo afferma l'agenzia Mena. Al summit partecipano Egitto, Ciad, Mali, Tunisia e Algeria, oltre al ministro degli Esteri libico. L'Egitto ha proposto un'iniziativa per rispettare l'integrità territoriale libica e non consentire interferenze esterne.

GOZI: "UE DEVE INTERVENIRE" - "L'Unione europea deve intervenire tra le forse in campo: molti problemi dell'immigrazione derivano dal fatto che il Paese [la Libia, ndr] è fuori controllo". Lo afferma il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Sandro Gozi, conversando con i giornalisti in occasione del Meeting di Comunione e Liberazione.

La Libia chiederà al Consiglio di sicurezza Onu del 27 agosto di "intervenire per lottare contro il terrorismo e portare avanti il processo politico" in forza del capitolo VII della Carta Onu. Lo ha detto il ministro degli Esteri libico, in conferenza stampa al Cairo. "Non chiediamo un intervento militare ma che l'Onu completi la sua missione".

MOGHERINI: "BASTA SCONTRI. LA SOLUZIONE E' POLITICA" - La situazione in Libia, così come quella a Gaza, è al centro di una serie di telefonate che il ministro degli Esteri, Federica Mogherini, ha in programma in questi giorni con i colleghi di diversi Paesi della Regione che oggi si sono incontrati al Cairo e che sono impegnati come l'Italia nella ricerca di una soluzione politica a entrambe le crisi. Mogherini ha sentito il ministro degli Esteri egiziano Sameh Shoukry, tunisino Mongi Hamdi, e il segretario generale della Lega Araba, Nabil Elaraby. Domani avrà un colloquio con il capo della diplomazia algerina, Ramtane Lamamra. "L'Italia condivide la richiesta, formulata da ultimo oggi al vertice del Cairo sulla Libia, di un cessate il fuoco immediato e dell'avvio di un processo di dialogo e riconciliazione nazionale che coinvolga tutte le parti ora in conflitto", ha detto il ministro, "è necessario dunque che le parti evitino ogni iniziativa che, in una logica di scontro anziché di collaborazione, possa minare il processo democratico nel Paese".