Lunedì 29 Aprile 2024

Libia, triplice attentato: 45 morti, Isis rivendica. Il giallo dell'italiano ucciso a Kobane

Tre kamikaze si sono fatti esplodere vicino Derna. L'Isis ha il pieno controllo della città di Sirte, dove è stato imposto il coprifuoco. Sarebbe un tunisino che ha vissuto in Italia il foreign fighter ucciso da una donna cecchino in Siria

Libia, parata Isis a Sirte (Ansa)

Libia, parata Isis a Sirte (Ansa)

Roma, 20 febbraio 2015 - Non si placano le violenze jihadiste in Libia. Tre kamikaze dell'Isis si sono fatti esplodere a bordo delle loro auto facendo strage ad al Qubah, a 35 chilometri dalla roccaforte del Califfato a Derna, nell'est del Paese. Il bilancio è di 45 morti e 70 feriti, in gran parte persone che erano in fila in macchina per fare rifornimento a una stazione di servizio, nei pressi di una sede delle forze di sicurezza. Al Qubah si trova a metà strada tra Derna, roccaforte dell'Isis nell'est della Libia, e Beida, dove ha sede il governo di Abdullah al Thani, espressione della Camera dei rappresentanti di Tobruk. 

COPRIFUOCO A SIRTE - Intanto l'Isis avrebbe assunto ormai il pieno controllo di Sirte (VIDEO), la città natale di Muammar Gheddafi dove ha imposto il coprifuoco dopo la preghiera dell'Ishaa, prevista alle 20 ora locale. Il gruppo jihadista avrebbe occupato l'università e tutti gli edifici pubblici. Mercoledì la cellula locale del gruppo di Abu Bakr al Baghdadi aveva pubblicato un video relativo a una parata dei miliziani a Sirte. Sul fronte diplomatico, gli islamisti che controllano Tripoli e la regione occidentale libica hanno escluso di partecipare a nuovi negoziati mediati dall'Onu.

I DUE GOVERNI - Il premier del governo non riconosciuto dalla comunità internazionale, Omar al Hasi, ritiene che "non si possa più proseguire con il dialogo nazionale sponsorizzato dall'Onu (a opera dell'inviato speciale Bernardino Leon)", dopo i recenti raid aerei egiziani sulla Libia, seppure diretti contro l'Isis. Si tratta dell'ultimo episodio della guerra per procura che vede il cosiddetto governo ombra di Tripoli, sostenuto da Qatar e Turchia, scontrarsi con quello 'laico' di Abdullah al Thani, (riconosciuto dalla comunità internazionale) a Beida, appoggiato da Egitto (in primis tramite il generale Khalifa Haftar) ed Emirati Arabi Uniti. Al Hasi ha anche accusato i gruppi di ex gheddafiani di essere dietro la nascita dello Stato islamico a Sirte. La via del negoziato resta per ora l'unica percorribile secondo la comunità internazionale.

SIRIA, IL GIALLO DELL'ITALIANO "UCCISO" - Un tunisino di 36 anni, che ha vissuto tra Ravenna e Milano, sarebbe rimasto ucciso a Kobane da una donna cecchino curda. La notizia era stata diffusa tramite un tweet in cui si diceva che un combattente veneziano di nome Francesco era morto ad inizio febbraio in Siria. Invece gli investigatori sono giunti all'identificazione della reale vittima grazie alla segnalazione fatta da una donna di Ravenna ad un sito veneziano, 'VeneziaToday'. La donna ha raccontato di aver conosciuto bene il 36enne ritratto nella foto, di cui ha fornito anche il nome. «Guardando le immagini - ha spiegato - io e mio marito l'abbiamo riconosciuto subito, spesso uscivamo insieme quando abitava a Ravenna». Secondo la testimone, il tunisino si sarebbe poi trasferito a Milano, per lavorare come barista. «Mio marito - ha proseguito - è un suo connazionale. Abbiamo saputo che a novembre era partito per la Siria per combattere con l'Isis». La stessa fonte dice di aver saputo «che era morto a causa di uno dei bombardamenti giordani dopo la diffusione del video sull'uccisione del pilota d'aereo. Le date corrispondono».