Sabato 18 Maggio 2024

I due grandi rottamatori

di P. F. De Robertis

DUE anticonformisti con il gusto dell’improvvisazione e della battuta, due uomini che hanno fatto del rompere gli schemi la cifra distintiva della loro azione pubblica. Ecco così che papa Francesco e Matteo Renzi, al loro quarto incontro, danno spettacolo. Peccato che non ci fosse una telecamera ravvicinata a riprendere ogni più piccolo particolare della chiacchierata davanti ai fotografi in giacca e cravatta e agli azzimati Gentiluomini di sua Santità, almeno quelli che restavano dopo l’epurazione bergogliana, adusi a ben più ingessati ricevimenti di capi di stato e delegazioni di tutto il mondo. FRANCESCO e Renzi si sono guardati negli occhi e in un certo senso si sono riconosciuti. Nonostante la differenza di cultura, di provenienza geografica, ovviamente di storia personale visto l’abisso generazionale che li divide. Renzi ha la metà degli anni del papa. Ma il premier boy scout che tutte le domeniche va alla messa a Rignano, che con i calzoni corti dell’Agesci ha partecipato alle Giornate della gioventù inventate da uno dei predecessori di Francesco, Giovanni Paolo II, ha riletto nel papa venuto dalla fine del mondo una parte del proprio mondo. E con lui tutta la delegazione italiana. Un monocolore cattolico, non a caso ognuno con ampia prole (non tutta al seguito perché troppo numerosa). Delrio con i suoi nove figli, Gentiloni, Sensi....  E PROPRIO per questo i temi dell’incontro, quelli più seri che - a dispetto del carattere dei personaggi - ci sono stati, hanno toccato sia con Bergoglio sia con Parolin lo stato dei rapporti tra Italia e Vaticano, e una serie di problematiche che stanno a cuore sia a Renzi sia a Bergoglio. Ma non si è trattato di questioni di coscienza o valori «non negoziabili», come sarebbe accaduto con Ratzinger o con qualche predecessore di Renzi, e questo è un segnale di grande cambiamento, da una parte e dall’altra. Renzi intelligentemente in questi nove mesi di governo si è tenuto alla larga dalle questioni «etiche» che avrebbero creato problemi al suo eterogeneo partito e alla sua maggioranza (Ncd su certe cose tiene duro), il Papa non si interessa più di tanto di bioetica e di diritti gay quanto di povertà e di argomenti sociali. E su questi la sintonia è completa. Anche perché più facile. 

di P. F. De Robertis