Venerdì 17 Maggio 2024

Gigante d'argilla

ECCOLA di nuovo in azione, simbolo della belligeranza francese che nel 2011 condusse alla sciagurata guerra contro la Libia di Gheddafi, voluta in prima persona da Nicolas Sarkozy e dal premier britannico David Cameron. Lasciate a poppa le coste del Bahrein, la prestigiosa portaerei nucleare Charles de Gaulle naviga minacciosa nelle acque settentrionali del Golfo Persico, con a bordo il ministro della Difesa Jean-Yves Le Drian, per raggiungere la flotta statunitense della Task Force 50. È l’avvio ufficiale della «operazione Chammal», l’intervento militare francese contro l’Isis deciso da François Hollande: un presidente che dietro l’aspetto bonario e grassottello nasconde una vera tempra da guerriero.  Il primo cacciabombardiere Rafale ha lasciato il ponte della portaerei ieri mattina in direzione dell’Iraq, quando la nave si trovava a 200 chilometri di distanza dal Bahrein: un portavoce del ministro Le Drian ha annunciato che la Charles de Gaulle trasporta un arsenale impressionante: 12 cacciabombardieri Rafale, 9 Super Etendard e 4 elicotteri da combattimento. Hollande non scherza: la sua volontà di contribuire in Iraq alle operazioni della coalizione internazionale contro lo Stato Islamico è frutto di lunghe discussioni con il primo ministro Manuel Valls e i leader dei partiti. C’È DA augurarsi tuttavia che neanche la Charles de Gaulle, a sua volta, abbia voglia di far scherzi: ne ha già combinate di tutti i colori nella sua breve vita. Varata a Brest nel 1994 con vistosi ritardi dovuti a clamorosi errori tecnici (pesava 4 mila tonnellate più del previsto e il ponte di lancio era troppo corto), entrò diverse volte in panne a causa di una lunga serie di avarie: rottura dell’elica di babordo, vibrazioni eccessive nella zona posteriore, usura della linea dell’albero, sostituzione degli oblò da cui non si vedeva un accidente perché troppo opachi, e via dicendo. Spedita nell’Oceano Indiano nel 2001 a sostegno delle operazioni Nato in Afghanistan, si è comportata onorevolmente fino all’estate del 2007, ma è rimasta poi ferma sino al dicembre del 2009 per il rinnovo del combustibile nucleare. Fatti i conti, in 20 anni ha navigato in tutto per 234 giorni. Speriamo bene...

di Giovanni Serafini