ECCOLA di nuovo in azione, simbolo della belligeranza francese che nel 2011 condusse alla sciagurata guerra contro la Libia di Gheddafi, voluta in prima persona da Nicolas Sarkozy e dal premier britannico David Cameron. Lasciate a poppa le coste del Bahrein, la prestigiosa portaerei nucleare Charles de Gaulle naviga minacciosa nelle acque settentrionali del Golfo Persico, con a bordo il ministro della Difesa Jean-Yves Le Drian, per raggiungere la flotta statunitense della Task Force 50. È l’avvio ufficiale della «operazione Chammal», l’intervento militare francese contro l’Isis deciso da François Hollande: un presidente che dietro l’aspetto bonario e grassottello nasconde una vera tempra da guerriero. Il primo cacciabombardiere Rafale ha lasciato il ponte della portaerei ieri mattina in direzione dell’Iraq, quando la nave si trovava a 200 chilometri di distanza dal Bahrein: un portavoce del ministro Le Drian ha annunciato che la Charles de Gaulle trasporta un arsenale impressionante: 12 cacciabombardieri Rafale, 9 Super Etendard e 4 elicotteri da combattimento. Hollande non scherza: la sua volontà di contribuire in Iraq alle operazioni della coalizione internazionale contro lo Stato Islamico è frutto di lunghe discussioni con il primo ministro Manuel Valls e i leader dei partiti. C’È DA augurarsi tuttavia che neanche la Charles de Gaulle, a sua volta, abbia voglia di far scherzi: ne ha già combinate di tutti i colori nella sua breve vita. Varata a Brest nel 1994 con vistosi ritardi dovuti a clamorosi errori tecnici (pesava 4 mila tonnellate più del previsto e il ponte di lancio era troppo corto), entrò diverse volte in panne a causa di una lunga serie di avarie: rottura dell’elica di babordo, vibrazioni eccessive nella zona posteriore, usura della linea dell’albero, sostituzione degli oblò da cui non si vedeva un accidente perché troppo opachi, e via dicendo. Spedita nell’Oceano Indiano nel 2001 a sostegno delle operazioni Nato in Afghanistan, si è comportata onorevolmente fino all’estate del 2007, ma è rimasta poi ferma sino al dicembre del 2009 per il rinnovo del combustibile nucleare. Fatti i conti, in 20 anni ha navigato in tutto per 234 giorni. Speriamo bene...
di Giovanni Serafini