Mercoledì 24 Aprile 2024

Trump, nuovo bando contro Paesi musulmani, non c'è l'Iraq. Fbi: "Ritiri accuse a Obama"

Il 16 marzo entra in vigore il nuovo bando per 6 Paesi musulmani, escluso l'Iraq. Restano validi visti già rilasciati e carte verdi. Democratici: "Anti-americano". The Donald contro Obama, ma Fbi chiede di smentire

Donald Trump firma il nuovo 'travel ban' (Afp)

Donald Trump firma il nuovo 'travel ban' (Afp)

Washington, 6 marzo 2017 -  Trump ha firmato oggi il nuovo bando "per proteggere gli Usa dalla minaccia terroristica". L'Iraq non è nella lista dei Paesi musulmani dove saranno sospese le richieste di nuovi visti. Sei dei sette Paesi musulmani elencati nel primo bando sono anche nel secondo: Iran, Libia, Somalia, Sudan, Siria, Yemen, secondo documenti pubblicati dal dipartimento della sicurezza interna. Esclusi dal 'travel ban' i detentori di visti e carta verde saranno protetti e potranno viaggiare negli Usa.

DEMOCRATICI: ANTI AMERICANO - Un decreto "anti-americano" è come ha definito il bando-bis il leader dei democratici in Senato, Chuck Schumer. Il decreto entrerà in vigore il 16 marzo.

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TRUMP CONTRO OBAMA - Nonostante la bufera scatenata dai suoi tweet contro Barack Obama, Donald Trump non molla e chiede al Congresso di indagare sull'ex presidente per possibile abuso di potere. Obama, secondo il tycoon, avrebbe messo sotto controllo i telefoni della Trump Tower un mese prima delle elezioni. La tesi di Trump è stata stroncata apertamente dall'ex numero uno dei servizi Usa James Clapper: non c'è stata alcuna attività di intercettazione, ha detto in un'intervista alla Nbc. E il direttore dell'Fbi, James Comey, ha chiesto al Dipartimento di Giustizia di smentire pubblicamente le asserzioni del presidente americano Donald Trump. La richiesta di Comey arriva dopo le esplosive affermazioni di Trump, che i suoi collaboratori ieri hanno in qualche modo cercato di attutire, ammettendo che per ora le accuse del presidente non sono correlate da prove e chiedendo al Congresso di indagare.

Citando "notizie di stampa" non meglio definite - ma da più parti si indica come fonte iniziale dello sfogo di Trump il sito Breibert News, un sito anti-establishment di cui il capo stratega della Casa Bianca, Stephen Bannon, è stato il cofondatore - il portavoce presidenziale Sean Spicer ha parlato di "indagini con motivazioni politiche e ha esortato il Congresso a "stabilire se gli organi inquirenti del ramo esecutivo abbiano abusato dei loro poteri nel 2016", in pratica, se davvero i telefoni di Trump siano stati intercettati alla fine della campagna elettorale.  La richiesta dai vertici dell'Fbi di smentire le affermazioni del capo della Casa Bianca sembrano motivate innanzitutto dal fatto che intercettazioni di quel tipo sarebbero illegali: il presidente Usa non ha il potere di ordinare l'ascolto di conversazioni telefoniche di un cittadino. Il Dipartimento di Giustizia tuttavia non avrebbe per ora reagito alla richiesta.

Trump ha sganciato le accuse-bomba sabato con una raffica di Twitter dai toni senza precedenti. "Come è caduto in basso il presidente Obama, arrivando a fare intercettare i miei telefoni durante il sacro processo elettorale. Qui siamo al Nixon/Watergate. Questa è una persona cattiva, o malata", ha scritto. 

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Lo staff presidenziale ha detto che non ci saranno più commenti fino a nuovi sviluppi e, tornato a Washington dalla sua residenza in Florida, Trump non ha effettivamente rilanciato in alcun modo. Ma i media - in particolare il Washington Post, in un lungo articolo oggi in apertura del sito - lo descrivono un presidente "infuriato", per le fughe di notizie, in particolare sui contatti tra i suoi collaboratori e la Russia. Obama, da parte sua, tramite portavoce, ha rilasciato una secca smentita: "Semplicamente falso". Ma da più parti si chiede che intervenga direttamente.

PANETTA: PIU' DEBOLI - Le affermazioni di Donald Trump sulle intercettazioni alla Trump Tower danneggiano gli Stati Uniti: parola di Leon Panetta, ex capo della Cia ed ex segretario alla Difesa, che in una serie di interviste televisive definisce le accuse senza prove del tycoon "un messaggio terribile" verso gli altri Paesi. "Ci rendono più deboli e vulnerabili nei confronti dei nostri nemici", afferma l'ex numero uno del Pentagono.