Mercoledì 8 Maggio 2024

Trump, le prime nomine alla Casa Bianca

Tre 'falchi' per Giustizia, Difesa e Cia. Finora nella lista di papabili non figurano donne, ispanici e gente di colore

Nomine Trump, da sinistra: Pompeo, Flynn e Sessions (Afp)

Nomine Trump, da sinistra: Pompeo, Flynn e Sessions (Afp)

Roma, 18 novembre 2016 - Per ora non è il nuovo che avanza, ma si fanno avanti i falchi e i duri. Donald Trump che ieri ha ottenuto di poter transare la causa per frode della sua 'Trump University' con 25 milioni di dollari di risarcimento agli studenti, ha messo le sue prime tre pedine della nuova amminitrazione scegliendo il senatore ultraconservatore dell’Alabama, Jeff Sessions, 69 anni, alla giustizia; l’ex generale Michael Flynn, 57 anni, come consigliere per la sicurezza nazionale e il deputato del Kansas e mebro del tea party Mike Pompeo, 52 anni, come futuro capo della Cia.

In panchina, ma con la maglia pronta anche per loro, restano sempre l'ex sindaco Rudolph Giuliani, indicato al Dipartimento di Stato insieme alla popolare governatrice del Sud Carolina Nikky Haley, l’ex generale dei Marines James Mattis pronto per difesa o Homeland Security e - a sopresa - anche Mitt Romney, l’arcinemico, il quale vedrà Trump nel weekend in New Jersey, lontano dalle telecamere della Trump Tower con un pensiero anche per lui al Dipartimento di Stato se non al Tesoro.

Il senatore Bob Corker del Tennessee, già  indicato come potenziale vice presidente, è tornato a incontrare Trump per un ministero pesante come quello del Commercio, ma il tycoon newyorkese che usa soprattutto i suoi tweet per comunicare col mondo esterno continua a tenere alte le sue carte e quasi divertendosi a spiazzare giornlisti e analisti. Un fatto però è certo: le donne sono una parte infinitesimale della sua lista così come gli ispanici e la gente di colore.

La nuova amminitrazione repubblicana dovrà sostituire oltre 4.000 persone che hanno lavorato con Obama per 8 anni. Migliaia di giovani laureati e volontari democratici per per mesi hanno tirato la carretta per Hillary sono sul’orlo di un collasso nervoso. Qualcuno aveva già lasciato il quartier generale di Brooklyn per cercare casa a Washington. Adesso tutti i loro curriculum, insieme a molti sogni  finiranno nel cestino. E fra quattro anni l’indirizzo non sarà più quello dei Clinton.