Giovedì 2 Maggio 2024

Libia, rapiti due italiani

Con loro sequestrato anche un canadese. I tre lavorano per la società piemontese Con.I.Cos e sarebbero stati prelevati da sconosciuti armati a Ghat, zona desertica

I mezzi dell'azienda Con.I.Cos in Libia e Danilo Calonego, uno dei rapiti

I mezzi dell'azienda Con.I.Cos in Libia e Danilo Calonego, uno dei rapiti

Roma, 19 settembre 2016 - Due italiani e un canadese sono stati rapiti in Libia, nella città di Ghat, nel Sud della Libia. Si tratta di Bruno Cacace, 56 anni residente a Borgo San Dalmazzo (Cuneo), e Danilo Calonego, 68, della provincia di Belluno. Il sequestro - che non è stato rivendicato - è stato confermato dalla Farnesina, informata già da questa mattina ma che sta seguendo la vicenda e lavorando con il massimo riserbo su una situazione che si presenta estremamente delicata. Il caso viene seguito direttamente dal premier Matteo Renzi, in contatto con il ministro degli esteri Paolo Gentiloni e l'autorità delegata ai Servizi, il sottosegretario Marco Minniti. 

L'AEROPORTO NEL DESERTO - I tre lavorano per conto della Con.I.Cos, una società piemontese che stava svolgendo lavori di manutenzione all'aeroporto di Ghat, e sono stati rapiti questa mattina da sconosciuti armati, racconta Qawmani Mohammed Saleh, sindaco della cittadina di Ghat. Si tratta di una oasi desertica della provincia di Fezzan nel sud del Paese controllata dal governo d'Accordo nazionale riconosciuto dalle Nazioni Unite. "Una delle persone sequestrate è di nazionalità canadese mentre gli altri sono italiani", ha precisato il sindaco aggiungendo: "Stiamo effettuando ogni sforzo per conoscere il gruppo dei sequestratori e il luogo dove sono tenuti i rapiti". La regione del Fezzan è amministrata dal governo di accordo nazionale di Tripoli riconosciuto dalla comunità internazionale.

IL BLITZ - Gli operai sarebbero stati sequestrati dopo che l'auto sulla quale viaggiavano era stato bloccata da uomini armati. I due italiani e il canadese erano in viaggio verso la loro sede situata a Bir Tahala, a nord del centro abitato di Ghat, nella provincia meridionale del Fezzan. Altre fonti libiche hanno riferito al sito arabo 218.tv.net che "uomini mascherati che si trovavano a bordo di una vettura 4x4, hanno fermato vicino alla cava di El-Gnoun un'auto dove si trovavano degli stranieri che stavano viaggiando verso il loro posto di lavoro vicino all'aeroporto di Ghat, prima di sequestrarli". Uno dei componenti del consiglio municipale di Ghat ha riferito al sito Masrawy.com che i tre occidentali "sono stati prelevati da un gruppo di uomini che erano a bordo di due auto. I rapitori hanno aperto il fuoco contro di loro e poi li hanno prelevati". La stessa fonte ha aggiunto che "l'autista che li accompagnava è stato trovato con le mani legate in una zona desertica". I particolari sul rapimento sarebbero stati riferiti dallo stesso autista. Finora non sarebbe giunta nessuna rivendicazione né alcuna richiesta di riscatto.

CHI SONO I RAPITI - Secondo quanto ha raccontato il sindaco di Borgo San Dalmazzo, Bruno Cacace "vive in Libia da 15 anni". E' separato e ha due figlie che vivono in Francia, una a Saint Tropez e l'altra a Parigi. A Borgo abitano ancora la mamma e un fratello gemello, che torna a trovare un paio di volte all'anno. E ha trascorso gran parte della sua vita in Libia, con una brevissima parentesi in Laos sempre per lavoro, anche Danilo Calonego, 68 anni, nato nel bellunese, a Sedico, ma residente - secondo la sua pagina Facebook - da qualche anno a Marrakech.

L'AZIENDA - La Con.I.Cos (Contratti Internazionali Costruzioni) opera da decenni in Libia, con numerose commesse di ingegneria civile. Di Mondovì (Cuneo), è guidata da Giorgio Vinai, che l'ha fondata nel 1977 con Celeste Bongiovanni. Due le sedi centrali: quella di Mondovì, appunto, e quella di Tripoli, dove opera la Libyan Branch. L'area del rapimento è ritenuta dagli apparati di sicurezza "non ad alto rischio", pur tenuto conto della situazione del Paese nordafricano.