Lunedì 29 Aprile 2024

Catalogna, l'ordine di arresto per Puigdemont è già in Belgio: "Domani lo esaminiamo"

Già nelle mani dei giudici di Bruxelles la richiesta di arresto per l'ex presidente e altri 4 ministri catalani. Lui annuncia battaglia, ma pacifica. In carcere altri 8 funzionari del Govern, tra cui l'ex vicepresidente

Carles Puigdemont (Ansa)

Carles Puigdemont (Ansa)

Barcellona, 3 novembre 2017 - E' ufficiale la giudice dell'Audiencia Nacional, Carmen Lamela, ha firmato l'ordine di arresto del presidente catalano decaduto, Carles Puigdemont, e di 4 ex ministri del Govern che si trovano con lui in Belgio. Sono tutti accusati di ribellione, sedizione e malversazione. La progura generale del Belgio ha già ricevuto i documenti del mandato d'arresto europeo contro Puigdemont. Il plico è arrivato intorno alle 20 ora e i giudici hanno comunicato che sarà esaminato questo sabato, quindi domani, dopo la traduzione e l'assegnazione a un giudice belga.

La Spagna non arretra sul governo destituito della Catalogna. Sono già in carcere invece otto dei 13 membri della Generalitat eletti democraticamente. Il giudice ha infatti accolto la richiesta di detenzione preventiva per "sedizione" e "ribellione" della procura, decidendo per l'arresto senza cauzione motivato con il pericolo di fuga e reiterazione di reato. Tra i detenuti nel carcere di Estremera, vicino a Madrid anche il 'numero due' del Govern Oriol Junqueras, leader di Erc, lo storico primo partito catalano di cui faceva parte il presidente Lluis Companys fucilato dai franchisti nel 1940. Come lui hanno dormito in prigione i titolari di Esteri Raul Romeva, Interni Joaquim Forn, Giustizia Carles Mondò e le ministre Meritxell Borras e Dolors Bassa. 

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Nuove manifestazioni dei catalani sono in programma per oggi nelle città della regione autonoma. Protestate, è l'appello di Puigdemont, ma "senza violenza, pacificamente e nel rispetto delle opinioni di tutti".  Ieri decine di migliaia di persone sono scese in piazza al grido di "Llibertat" e di "Non è giustizia, è dittatura!" per denunciare l'incarcerazione del Govern. Il fronte indipendentista ha reagito con indignazione, denunciando una repressione "mai vista dai tempi del franchismo" ma lanciando nello stesso tempo appelli alla calma e alla "tranquillità", nel timore che la nuova "vendetta" di Madrid possa innescare un ciclo di esasperazione e violenza. 

Il Narciso irresponsabile - di A. ORSINI

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Martedì Puigdemont aveva avvertito che lo Stato "non vuole giustizia, vuole vendetta" e ora preannuncia battaglia contro il mandato di arresto. Non lascerà Bruxelles senza garanzie di un "giusto processo", ha detto. Garanzie che "per ora non esistono". Il presidente catalano ha dichiarato da Bruxelles di essere "disposto a essere candidato" alle elezioni del 21 dicembre in Spagna, anche se questo comporterà fare campagna elettorale dall'estero. "Sono disposto a essere candidato", ha dichiarato, in francese, alla Rtbf. "Voglio essere un messaggero per i nostri concittadini". Poi ha insistito per ottenere da Madrid "l'impegno a rispettare i risultati di queste elezioni".

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