Lunedì 29 Aprile 2024

"Vivendi controlla di fatto Tim". Consob gela i francesi

Il gruppo italiano farà ricorso. Crolla il titolo Mediaset

Arnaud de Puyfontaine, ceo di Vivendi (Newpress)

Arnaud de Puyfontaine, ceo di Vivendi (Newpress)

Milano, 14 settembre 2017 - La Consob ha stabilito che Vivendi ha il controllo «di fatto» di Telecom Italia. Il verdetto durissimo segna una svolta decisiva per il gruppo francese, che aveva annunciato di esercitare funzioni di «direzione e coordinamento» su Tim, negando di averne il controllo. La risposta di Tim è stata immediata: farà ricorso. La società rileva che il verdetto «si discosta in maniera rilevante dalla consolidata interpretazione in materia di controllo societario, cui Tim (e ragionevolmente il mercato intero) si è sempre costantemente e rigorosamente attenuta». La Consob, da parte sua, elenca nelle motivazioni una lunga serie di fatti che «costituiscono indici del concreto esercizio del controllo su Tim da parte di Vivendi», fra cui la risoluzione del rapporto con l’ad Flavio Cattaneo, «di recente confermato ad dopo l’assemblea del 4 maggio», su esclusiva iniziativa del presidente Arnaud de Puyfontaine.   Il colosso francese, che detiene il 23,9% di Tim, si stava apprestando a notificare al governo italiano la sua «influenza» sull’ex monopolista telefonico, per evitare l’inasprimento del confronto con il Comitato che sta studiando l’applicabilità della golden power su alcune controllate dirette di Tim, a partire da Sparkle. Ma ora il verdetto della Consob potrebbe cambiare completamente la situazione. In base alla normativa italiana, la Consob dovrebbe imporre adesso a Vivendi di consolidare nel proprio bilancio i conti di Tim, ma trattandosi di una società francese dovrà trasmettere le carte all’Autorità dei mercati finanziari di Parigi. Se Parigi decidesse di applicare la sentenza della Consob, Vivendi potrebbe essere costretta a consolidare i 25,7 miliardi di indebitamento netto dell’ex monopolista italiano. Un fardello economico molto pesante.   Sull'altro fronte, quello della partecipazione in Mediaset, il Garante delle comunicazioni ieri ha preso atto della nuova proposta di Vivendi, che si è impegnata a conferire ad un «soggetto indipendente» il 20% delle azioni Mediaset, ma si riserva di valutare se sarà attuata concretamente. Il Garante vedrebbe con favore la creazione di un blind trust di diritto italiano per sterilizzare quel 20% dei diritti di voto di Vivendi, oggi in Mediaset al 29,9%. L’Agcom, che aveva contestato ai francesi la presenza contemporanea in Tim e in Mediaset, vigilerà sulla concreta attuazione dell’impegno a rimuovere la posizione vietata. Vivendi avrà tempo fino ad aprile 2018 per decidere se disimpegnarsi da Mediaset oppure da Tim. E Mediaset, ieri, è precipitata in Borsa sotto i 3 euro, perdendo il 4,98 per cento.

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