Domenica 28 Aprile 2024

Porno 2.0 nel mirino della satira web. "Se guardi e basta, ti viene la faccia da Pd"

Martina Dell'Ombra: i siti d'incontro sono per i poveretti

Martina Dell'Ombra

Martina Dell'Ombra

Roma, 15 aprile 2017 - «IL SEXTING è una roba da poracci. Una persona famosa che lo fa? Sicuramente Matteo Salvini, sono sicura che mandi in giro le sue foto nudo con la cravatta verde attorno al collo». Per Martina Dell’Ombra, regina della satira politica sul web (l’anno scorso a Viareggio ha vinto un premio in questa categoria), la Rete ha rivoluzionato il modo in cui i giovani vivono l’amore e la sessualità.

Che impatto hanno avuto Facebook e Instagram nella ricerca dell’anima gemella?

«Hanno facilitato le cose, le hanno rese molto più veloci. Attraverso i social network puoi immediatamente verificare lo status economico di una persona. Certo, ci sono sempre quelli che si fingono ricchi, ma un occhio esperto li sa riconoscere e quindi la selezione, per quanto riguarda le donne, è diventata molto più semplice. Gli uomini, invece, riescono ad avere una prospettiva a tutto tondo di come è fatta una ragazza. Possono vedere subito tette, culo e labbra. Insomma, le cose importanti. La donna non vedeva l’ora di poterlo fare, di potersi esporre. Prima aveva bisogno della televisione, delle riviste, di darla in giro. I social, per fortuna, hanno risolto questo casino. È chiaro che anche gli uomini devono saper riconoscere quello che è vero da quello che è stato ottenuto coi filtri o con Photoshop».

Cosa ne pensa dei teenager che hanno un partner esclusivamente virtuale?

«Credo che sia una cosa malata. È come essere un partito e non andare mai a governare. Un po’ come la Lega oggi. Bisogna testare, anche perché magari si è fantastici nel mondo digitale, ma un disastro nella realtà. Come ci hanno dimostrato la Raggi e i 5 Stelle».

I ragazzi di oggi sono più o meno intraprendenti dei loro genitori e nonni?

«Non mi è mai capitato che un nonno ci provasse con me. Credo che sia sostanzialmente uguale: magari sono più esuberanti online e meno nella vita reale. Io ricevo un sacco di foto di peni, anche se non è che sia un approccio che funzioni molto».

Eppure le ricerche dimostrano che gli adolescenti fanno meno sesso rispetto ai loro papà e zii. Come se lo spiega?

«Secondo me i ragazzi di oggi sono più sinceri. Vent’anni fa c’era molto più bisogno di dover fare notare quanto sesso si faceva, come ha dimostrato super Silvio. Uno più giovane, tipo Renzi, non è che lo faccia di meno, lo fa solo notare di meno. È un fatto di classe. Oggi uno che ammette de scopa’ tanto sembra volgare. È un po’ come la mortadella. Tutti la mangiano, ma nessuno lo ammette. Dicono di essere pazzi per il seitan, ma di nascosto...»

Le app di dating come hanno cambiato il modo di fare incontri?

«Hanno eliminato dal mercato i poveracci, che riescono a incontrarsi tra di loro grazie a questi servizi, smettendola di infestare l’universo delle persone top, che si incontrano agli aperitivi, agli eventi o alle kermesse politiche».

Qual è stato l’approccio più strano di cui è stata vittima?

«Ci sono persone, i money slave, che godono nel pagarti, ma senza chiedere nulla in cambio. Ritengo sia una cosa super meravigliosa, anche se alla fine ho sempre rifiutato: non ho bisogno di soldi e molto spesso sono proprio i più poracci a farsi avanti. Mi fanno simpatia: hanno capito di essere inferiori e si prostrano davanti a chi è superiore».

Ha ricevuto anche proposte di matrimonio virtuali?

«Quando si fanno avanti, rispondo sempre: ‘Ok, prima però mandami un diamante’. Per ora non è arrivato ancora nulla».

Ha mai fatto sexting?

«No, è una poracciata. A parte che se faccio scatti intimi, come minimo mi serve un set. La cosa peggiore di quelle foto è che sono illuminate male e con una risoluzione pessima. Non costringerei mai il mio corpo ad apparire in scatti con una qualità così tremenda. Tra gli adolescenti è una pratica molto in voga, ma sinceramente non la capisco. La mia regola è: ‘Non mandare in privato, nulla che non metteresti su Instagram’. Anche perché molte volte non si rendono conto di essere brutti, che è la cosa peggiore».

L’educazione sessuale a scuola è al passo coi tempi?

«No, sarebbe attuale se trasmettesse e spiegasse i porno che i ragazzi vedono tutti i giorni. Ma i video hard vanno bene, se le cose le fai anche. Se ti limiti a guardare, rischi che la faccia ti diventi come quella di uno del Pd: anche loro guardano molto e fanno poco».

I profili su Facebook o Instagram rispondono a un’ideologia neo-liberista, in cui i valori di mercato sono quelli dominanti?

«Sì, sui social siamo dei prodotti. Abbiamo fortemente lottato per fare in modo che fosse così. Il neo-liberismo, portato all’estremo, è esattamente la società in cui viviamo e che rende tutto così fantastico e meraviglioso. I social ci permettono di uccidere il vero noi stessi e creare un’identità che piace a tutti. È qualcosa di davvero fantastico».