Venerdì 17 Maggio 2024
ACHILLE PEREGO
Cronaca

Botti di Capodanno, stop in mille comuni

Vademecum nella selva dei divieti. Polveri e micce, le misure di sicurezza sul sito della Polizia

Botti di Capodanno (Ansa)

Botti di Capodanno (Ansa)

Milano, 29 dicembre 2016 - SONO per tradizione uno dei gesti più antichi per dire addio al vecchio anno e salutare quello nuovo. Stiamo, ovviamente, parlando dei fuochi d’artificio, dalle classiche girandole ai petardi fino ai veri e propri razzi da sparare nel cielo.  Del resto, ricorda l’antropologa Gabriella Marucci, il rumore rappresenta «il superamento di una soglia liminale».  Dai colpi di cannone sparati per esempio ai funerali ai botti di Capodanno. Che anche quest’anno però rischiano di essere silenziati. Sia per combattere l’inquinamento ambientale, sia per motivi di salute e sicurezza verso le persone ma anche gli animali, già oltre mille Comuni italiani hanno riemesso le ordinanze (a cominciare dal divieto previsto a Roma dalla sindaca Virginia Raggi dal 29 dicembre fino alle ore 24 del 1° gennaio, e bocciato ieri dal Tar del Lazio) per vietare in toto o in parte i fuochi d’artificio di Capodanno, in particolare a meno di 200 metri da centri abitati, persone e animali con sanzioni, per i trasgressori, «salvo il fatto che non costituisca reato», da 25 fino a 500 euro. Secondo Lorenzo Croce, presidente nazionale dell’Associazione italiana difesa animali e ambiente (Aidaa) che da più di dieci anni ha lanciato la proposta di vietare i botti, alla fine i Comuni anti-petardi potrebbero essere quasi duemila.

SE PENSATE di fare un po’ di rumore a Capodanno, quindi, informatevi se il Comune dove festeggerete il Capodanno (a casa o in vacanza) ha deliberato anche per questo fine d’anno il divieto e in che termini.  Ma, al di là delle ordinanze comunali, quando si tratta di botti, petardi e fuochi d’artificio bisogna fare molta attenzione sia al momento dell’acquisto, sia durante l’uso per evitare che, come purtroppo spesso succede, la notte di San Silvestro finisca all’ospedale o peggio in tragedia.   I PRODOTTI pirotecnici autorizzati, classificati per categorie, devono avere sulla confezione, spiega la Polizia di Stato nella sua guida (www.poliziadistato.it) una etichetta completa. A seconda della tipologia (si va dai fuochi d’artificio professionali e vendibili solo da esercizi autorizzati dal Prefetto a quelli vendibili solo da esercizi autorizzati, mai ambulanti, a chi ha più di 18 anni fino a botti più semplici acquistabili anche in supermercati, cartolerie, tabaccherie, negozi di giocattoli o online, dai portali specializzati ai giganti dell’e-commerce come Amazon, per cui vale sempre la pena confrontare i prezzi) deve riportare gli estremi del numero di protocollo e la data del provvedimento del ministero dell’Interno o la marcatura CE che ne autorizza il commercio. Quindi dovrete trovare indicati anche il nome del prodotto, la ditta produttrice, il Paese di produzione e l’importatore (spesso petardi e botti sono fabbricati in Cina), la categoria, le caratteristiche costruttive e una chiara descrizione d’uso. I prodotti privi di etichetta con tali informazioni sono proibiti.   ATTENZIONE alla sicurezza, dunque. Secondo le norme Uni En, i fuochi d’artificio, come ricorda Altroconsumo, sono sicuri solo se non possono accendersi accidentalmente per frizione, sfregamento o urto, inoltre l’effetto pirotecnico deve essere ritardato e le eventuale fiamme devono auto estinguersi. L’importante è che siano acquistati solo presso negozi autorizzati. Sapendo che comunque si tratta di prodotti che non sono mai destinati ai bambini e solo quelli più semplici si possono acquistare a partire dai 14 anni. E che oltre i 5 chili bisogna denunciare il possesso alle Autorità di Pubblica sicurezza.