Venerdì 17 Maggio 2024
PIER FRANCESCO DE ROBERTIS
Cronaca

La carezza che divide

Pier Francesco De Robertis

Pier Francesco De Robertis

Roma, 9 aprile 2016 - SI ATTENDEVA il botto e il botto c’è stato, con la sonora sconfitta di chi nel derby interno alla Chiesa su comunione ai divorziati/sì-comunione/no pronosticava o auspicava un pareggio. Il fischio finale del Papa è netto, e inequivocabile: la Chiesa volta pagina, la Chiesa «strappa». E lo fa con le parole dolcissime di un pontefice anomalo che per la prima volta in un documento ufficiale del magistero consiglia agli sposi di «perdonarsi», «condividere le faccende domestiche», «aspettarsi alla sera», «darsi un bacio all’inizio della giornata», spiegando che «il sesso non è un male ma un dono di Dio».

La carezza di Francesco. La rivoluzione iniziata tre anni fa in piazza San Pietro tocca uno dei suoi punti più evidenti, e certo sconquasserà non poco la Chiesa. Basti pensare alle fortissime divisioni emerse nei due anni di sinodo tra chi auspicava una «apertura» e chi invece si trincerava dietro la dottrina e la radizione.

IL PAPA compie questo salto perché, come dice nell’introduzione della Amoris laetitia, «il tempo è superiore allo spazio», e ciò che conta non sono le regole o gli spazi in cui tali regole sono racchiuse, ma i processi dinamici delle persone e dei popoli. Ciò che oggi non è, domani potrebbe essere. I divorziati risposati possono caso per caso essere riammessi alla comunione perché se desiderano comunicarsi significa che si trovano in un cammino di fede, perché la vita deve andare avanti anche dopo i fallimenti, perché si cresce, si cambia, perché non ci si deve fermare nella ricerca della fede. Ecco la novità di Francesco. La norma è secondaria, quello che è importante è la prospettiva, l’itinerario della coscienza individuale. Non conta a tal punto, la norma, che il Papa si rifiuta di emetterne una che valga erga omnes. Saranno i sacerdoti e i vescovi a valutare, a discernere come il credo gesuitico impone, e saranno loro a decidere. Di certo non mancherà chi accuserà Francesco di relativismo. Lui lo sa, e proprio per questo nella prima parte dell’esortazione firmata ieri riafferma saldamente l’indissolubilità del matrimonio come pure richiama la Humanae vitae di Paolo VI (l’enciclica che rifiutava la contraccezione). A questo punto per lui la prova più difficile sarà tenere unita la Chiesa. La sfida è solo all’inizio.