Venerdì 3 Maggio 2024

Obama prega con il Dalai Lama. Rabbia della Cina: "Un'ingerenza nei nostri affari"

Obama ha salutato il suo "amico" Dalai Lama in occasione di una mattinata di preghiera a Washington. Stizzita nota diplomatica di Pechino: Il caso del Tibet è una questione che riguarda "gli interessi e i sentimenti nazionali cinesi"

Il Dalai Lama al 'National Prayer Breakfast' di Washington alla presenza di Obama (REUTERS)

Il Dalai Lama al 'National Prayer Breakfast' di Washington alla presenza di Obama (REUTERS)

Roma, 6 febbraio 2015 - La Cina ha reagito con rabbia all'accoglienza a Washington del Dalai Lama, al quale ieri Barack Obama ha reso un caloroso omaggio, denunciando una "ingerenza" degli Stati Uniti nei suoi affari interni.  "Siamo contrari all'ospitalità al Dalai Lama da Paesi stranieri e ci opponiamo all'ingerenza dei Paesi stranieri nelle questioni interne della Cina", ha dichiarato Hong Lei, portavoce della diplomazia cinese.

'ESEMPIO POTENTE' - Obama ha salutato il suo "amico" Dalai Lama in occasione di una mattinata di preghiera a Washington. "Io voglio accogliere in maniera molto particolare un buon amico", ha detto Obama all'inizio del suo discorso di fronte a circa 3mila persone.  Il Dalai Lama, ha detto ancora il Presidente, è "un esempio potente di quel che significa la compassione, è una fonte d'ispirazione che noi incoraggiamo a aparlare a favore della libertà e della dignità di tutti gli esseri umani". Per questo motivo, ha detto ancora, "noi siamo felici che sia qui".

FILO SOTTILE - Obama ha giocato sul filo dell'ambiguità diplomatica. La Casa bianca ha tenuto a precisare che tra i due non era previsto alcun "incontro specifico". E infatti non c'è alcuna foto che ritrare Obama e il Dalai Lama insieme. Una risposta agli altolà lanciati da Pechino nei giorni scorsi. "Noi siamo fortemente contrari che qualsiasi paese interferisca con gli affari interni della Cina in nome di questioni che riguardano il Tibet", aveva detto il portavoce del ministero degli Esteri di Pechino, Hong Lei.

PECHINO 'VIGILA' - Il caso del Tibet è una questione che riguarda "gli interessi e i sentimenti nazionali cinesi" - è la posizione ufficiale di Pechino. "Ci opponiamo a qualsiasi interferenza da parte di paesi stranieri negli affari interni della Cina e ad incontri con il Dalai Lama", ha aggiunto Hong Lei auspicando che il presidente degli Stati Uniti "possa avare una visione d'insieme sulla vicenda e gestirla in modo adeguato".