Giovedì 16 Maggio 2024

Charlie Hebdo un anno dopo, Hollande: "Su Francia minaccia ancora spaventosa"

Un anno fa dodici persone persero la vita nell'attacco terroristico alla redazione della rivista satirica.

 Francois Hollande (Afp)

Francois Hollande (Afp)

Parigi, 7 gennaio 2016 - Nel giorno della commemorazione della strage di Charlie Hebdo il presidente francese François Hollande ricorda gli agenti che hanno perso la vita negli attacchi che il Paese ha subito. "Sono morti affinché noi potessimo vivere liberi", ha detto il presidente ricordando i poliziotti rimasti uccisi il 7 gennaio 2015 fuori dalla redazione della rivista satirica. Nel discorso che ha tenuto nel quartier generale della polizia della capitale, il presidente ha poi sottolineato lo stato d'emergenza del Paese. "ll terrorismo non ha smesso di essere una minaccia spaventosa contro il nostro Paese ma anche all'estero. Noi continueremo a lottare".

Nel ricordare le vittime della strage il presidente ha speso parole di ringraziamento nei confronti delle forze dell'ordine del paese coinvolte nella lotta al terrorismo. "Desidero rendere omaggio ai gendarmi, ai poliziotti e ai militari che ogni giorno e notte sono in servizio per garantire la sicurezza delle strutture del Paese - ha detto Hollande -. Un ringraziamento anche ai membri dei servizi di intelligence. Voi proteggete i francesi, e anche il loro stile di vita e la loro libertà, ed è questo l'obiettivo dei terroristi".  Il presidente ha poi spiegato le iniziative del governo (VIDEO) per far fronte alle minacce terroristiche, tra cui 9mila nuove assunzioni nei corpi di polizia e un disegno di legge che verrà presentato a febbraio, di indurimento del codice penale contro la criminalità organizzata e il terrorismo. Un progetto di legge che ha lo scopo di poteniziare  i poteri alla polizia e ai pubblici ministeri per eseguire procedure come ad esempio le perquisizioni, che ora hanno bisogno di ricevere l'approvazione dei giudici. Hollande sta inoltre lavorando a una riforma costituzionale

Il 7 gennaio 2015 persero la vita otto persone nella redazione di Charlie Hebdo, e altre nei dintorni dell'edificio a Parigi, per un tragico bilancio di 12 morti. Un attacco sanguinario alla libertà di pensiero e opinione per mano dei due fratelli Said e Cherif Kouachi e rivendicato da Al Qaida nella penisola araba. Quella data  aprì la strada all'annus horribilis del Paese che ancora piange le sue vittime del secondo attentato, la strage del Bataclan e gli attacchi coordinati del 13 novembre in cui persero la vita 130 persone. 

Oggi la redazione di Charlie Hebdo (VIDEOnon è più nella sede in cui venne consumata la strage, ma si trova in un luogo segreto e blindatissimo. A un anno dal trauma la rivista satirica e irriverente non ha rinunciato alla sua linea di sfida. Ieri il numero commemorativo è uscito in edicola con una copertina che ha sollevato una marea di polemiche, anche dal Vaticano. Nella vignetta della prima pagina dell'edizione speciale disegnata da Riss Laurent Sourisseau (il nuovo direttore, ferito negli attacchi, che ha preso il posto di Stéphane Charbonnier rimasto invece ucciso ucciso insieme ad altri vignettisti)  spicca un Dio generico in fuga, con la tunica sporca di sangue e un kalashnikov in spalla. Sullo sfondo nero compare la scritta: "Un anno dopo, l'assassino è ancora in libertà". 

Proprio oggi uno dei sospettati mandanti della strage di Charlie Hebdo è stato condannato in contumacia dal tribunale di Parigi a 15 anni di reclusione per il suo ruolo di reclutatore di combattenti verso Siria e Iraq. Si tratta del super-ricercato francese Salim Benghalem, secondo la autorià Usa uno dei dieci uomini più pericolosi dell'Isis.