Giovedì 16 Maggio 2024

Borse, paura Grecia: perde il 18% in tre sedute. Bce: pronti a nuove misure contro la bassa inflazione

Il bollettino mensile: "Crescita più debole ma restano prospettive di ripresa"

Mario Draghi (Ansa)

Mario Draghi (Ansa)

Roma, 11 dicembre 2014 - Un altro tonfo per la Borsa di Atene che negli ultimi tre giorni ha pagato con un -18% circa l'incertezza politica e la prospettiva di elezioni anticipate. L'indice Ase lascia sul terreno il 7,35% a 827 punti. Da martedì il principale indice del mercato azionario ateniese ha ceduto circa 200 punti. Come noto, la tensione sui mercati è aumentata dopo la decisione dell'esecutivo di procedere nel mese di dicembre alle tre votazioni per eleggere il nuovo presidente della Repubblica: un passaggio molto delicato perché nel caso in cui le attuali forze politiche non fossero in grado di trovare un accordo per il successore di Karolos Papoulias, si dovrebbe procedere a elezioni parlamentari anticipate. Quest'ultimo scenario alimenta i timori sull'eventuale nuova compagine politica che potrebbe risultare vincitrice e quindi guidare il Paese a partire dalla primavera prossima.

IL BOLLETTINO DELLA BCE - I dati più recenti e i risultati delle indagini congiunturali pervenuti fino a novembre "confermano il quadro di un profilo di crescita più debole nel prossimo futuro". Lo si legge nel bollettino mensile della Bce. Secondo l'Eurotower, però, "permangono, nel contempo, le prospettive di una modesta ripresa dell'economia nell'area dell'euro" anche grazie al "calo significativo dei prezzi dell'energia che sostiene il reddito disponibile reale". Contro i rischi derivanti da un periodo troppo prolungato di bassa inflazione, il consiglio direttivo della Bce "rimane unanime" nel suo impegno a mettere in campo "ulteriori strumenti non convenzionali nel quadro del proprio mandato". "Ciò implicherebbe", prosegue la Bce, "agli inizi del prossimo anno, modificare l'entità, il ritmo e la composizione delle misure". La Bce ricorda infatti nel bollettino che "agli inizi del prossimo anno il Consiglio direttivo riesaminerà lo stimolo monetario conseguito, l'espansione del bilancio e le prospettive sull'andamento dei prezzi".

Le indicazioni derivanti dall'analisi economica e monetaria dell'Eurozona "confermano che occorre seguire con attenzione i rischi per le prospettive sull'andamento dei prezzi nel medio periodo ed essere pronti a realizzare un ulteriore accomodamento della politica monetaria, ove necessario". 

Per l'Italia è "importante assicurare il pieno rispetto dei requisiti del Patto di Stabilità e Crescita e della regola del debito per non mettere a repentaglio la sostenibilità delle finanze pubbliche e preservare la fiducia dei mercati". E' il monito che sottolinea come i piani del governo indichino "un rinvio della scadenza dell'obiettivo di medio termine di convergenza dei saldi di finanza pubblica al 2017 (in ritardo cioè di due anni rispetto alla raccomandazione del consiglio Ecofin nel parere pubblicato lo scorso luglio) e una deviazione dalla regola del debito".

La politica monetaria accomodante della Bce "contribuisce a sostenere" la ripresa nell'eurozona però anche i Paesi devono dare un "contributo decisivo. E' fondamentale che le riforme strutturali siano credibili ed efficaci per incoraggiare gli investimenti ed anticipare la ripresa".

"Dalla primavera del 2013 il mercato del lavoro dell'area dell'euro è migliorato" scendendo da un picco del 12% raggiunto nel secondo trimestre del 2013 a una media dell'11,5 per cento nel terzo trimestre del 2014. "In termini congiunturali - si legge nel rapporto - dalla metà del 2013 la disoccupazione si è progressivamente ridotta, seppure in misura lieve, e per la fine dello stesso anno la crescita dell'occupazione in termini congiunturali era tornata in territorio positivo. Sebbene la dinamica rimanga eterogenea tra i paesi, vi è una generale tendenza al miglioramento". La modesta crescita dell'occupazione aggregata nell'area dell'euro, prosegue l'analisi degli esperti Bce, "cela il permanere di marcate differenze tra paesi, benché più contenute rispetto al 2013, in quanto la maggior parte delle economie dell'area dell'euro mostra una protratta, sebbene moderata, crescita dell'occupazione sul primo trimestre". Per quanto riguarda gli ultimi mesi del 2014, i risultati delle indagini relative all'andamento dell'occupazione nel terzo trimestre e all'inizio del quarto "suggeriscono una certa moderazione della crescita. Anche gli indicatori prospettici segnalano un'ulteriore stabilizzazione della dinamica dell'occupazione nei prossimi trimestri". "In prospettiva - conclude il rapporto - nonostante una certa variabilità mensile, il tasso di disoccupazione dovrebbe mostrare un ulteriore calo moderato nei prossimi trimestri".

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