Lunedì 6 Maggio 2024

Banche, Patuelli: "Il bail in è incostituzionale"

L'intervento del presidente Abi all'assemblea annuale dell'associazione. Visco: "Intervento pubblico non può essere escluso" Padoan: "Bisogna sfruttare la flessibilità"

Pier Carlo Padoan, Antonio Patuelli e Ignazio Visco (LaPresse)

Pier Carlo Padoan, Antonio Patuelli e Ignazio Visco (LaPresse)

Milano, 8 luglio 2016 - La nuova normativa sulle risoluzioni bancarie e il bail in "contrasta con la Costituzione italiana" che tutela il risparmio e "occorre che venga rivista al più presto". Così il presidente dell'Abi, Antonio Patuelli, all'assemblea annuale dell'Associazione, ricordando che le banche italiane "non hanno avuto negli scorsi anni cospicui aiuti di Stato, frequenti altrove". E ha aggiunto: "Innovative iniziative private" come Atlante e il Fondo volontario interbancario oggi "prevengono i rischi di altre eventuali (e più costose per tutti) risoluzioni e respingono ogni ipotesi di bail in". Secondo Patuelli le banche italiane "nell'autunno scorso hanno sopportato i costi morali ed economici di cavillose interpretazioni burocratiche della Commissione europea che hanno impedito i meno onerosi e meno iniqui interventi gia' decisi dal Fondo interbancario".

"INAMMISSIBILI VETI UE" - "Dopo l'entrata in vigore della Vigilanza unica e del meccanismo di risoluzione delle crisi bancarie - ha poi detto Patuelli - è inammissibile che qualcuno metta il veto sulla realizzazione del 'terzo pilastro' dell'Unione bancaria, l'assicurazione europea dei depositi". Perché, ha sottolineato il presidente Abi, "altrimenti debbono essere ridiscusse tutte le altre basi su cui poggia l'Unione bancaria, come quelle che hanno creato problemi all'Italia".

NUMERO BANCHE RIDOTTO - "Il numero delle banche in Italia si è assai ridotto - ha spiegato Patuelli -: il mondo del Credito cooperativo sta andando soprattutto verso un grande gruppo bancario cooperativo". Il presidente dell'Abi ha evidenziato che i dipendenti bancari in Italia "sono meno della metà di quelli della Germania e inferiori di un quarto a quelli della Francia" e che anche confrontando il numero delle banche con quello delle imprese in genere, "in Italia ci sono molte meno banche che in Germania e meno della metà rispetto alla popolazione". 

SOFFERENZE - "La riduzione dei crediti deteriorati - ha detto Patuelli - è un obiettivo strategico fondamentale per la ripresa che non deve essere sottovalutato, né sopravvalutato, come ha ben affermato il Governatore della banca d'Italia". E ha sottolineato: "gli scandali delle quattro banche hanno colpito quelle comunità e hanno gravato anche su tutte le altre banche concorrenti e i loro milioni di azionisti con l'esborso straordinario di quasi due miliardi e mezzo di euro". L'Abi condivide "l'indignazione dei risparmiatori truffati e confida nella magistratura". Ma le svalutazioni effettuate sui crediti deteriorati delle quattro banche "sono state un esercizio teorico estremo".

"BANCHE DEVONO TORNARE REDDITIZIE" - "La redditività bancaria è una delle principali sfide della ripresa - ha detto ancora Patuelli -: se le banche tornano adeguatamente redditizie, si svilupperà meglio il circuito virtuoso di attrazione di stabili capitali nei patrimoni delle banche, per sempre elevati accantonamenti a riserve, per la progressiva e non traumatica crescita della solidità patrimoniale bancaria". E ha aggiunto: "All'Italia non è stato permesso dalle autorità europee di adottare strumenti di smaltimento dei crediti deteriorati prima introdotti in altre parte d'Europa". Per Patuelli "quello bancario in Italia non è 'un organico sistema' e l'Abi, Associazione della cultura delle regole, è l'antitesi di una corporazione". 

 

 

 

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