Mercoledì 24 Aprile 2024

730, c’è tempo fino al 23 luglio. Ma così slittano i rimborsi

Governo, rinviata la stretta sui voucher: muro di Confagricoltura

Per il 730 c'è tempo fino al 23 luglio

Per il 730 c'è tempo fino al 23 luglio

Roma, 1 giugno 2016 - Era attesa e, come l’anno scorso, è arrivata. Stiamo parlando della proroga per la presentazione del 730 sui redditi del 2015. Con un decreto legge della presidenza del Consiglio, firmato da Matteo Renzi, ieri sera è stato infatti approvato lo slittamento della scadenza dal 7 al 23 luglio. Una misura che, chiesta dalla Commissione Finanze della Camera e auspicata dalla Consulta dei Caf, concederà più tempo a dipendenti, pensionati, agli stessi Centri di assistenza fiscale e ai professionisti abilitati per presentare la dichiarazione dei redditi semplificata. La proroga, che secondo le attese dovrebbe comportare anche il rinvio di altri cinque adempimenti fiscali e una moratoria estiva sugli avvisi dell’Agenzia delle Entrate (quindi trenta giorni di tempo in più per quelli inviati in agosto) potrebbe riguardare, come già successo nel 2015, anche i 730 precompilati. Lo slittamento potrebbe però essere condizionato al fatto che entro la scadenza originaria (il 7 luglio) sia stato trasmesso almeno l’80% dei 730.

Se, dunque, tutti coloro che si avvalgono del 730 potranno avere un paio di settimane in più per la dichiarazione, il pericolo è che si allunghino anche i tempi dei possibili rimborsi in caso di deduzioni e detrazioni (dal mutuo alle spese mediche) che comportino un rimborso da parte del Fisco. I rimborsi in busta paga o nel cedolino della pensione rischiano infatti di arrivare nel mese successivo. Creando anche problemi ai sostituti d’imposta visto che in agosto gli uffici del personale delle aziende e degli enti di previdenza lavorano a ranghi più ridotti e quindi potrebbe venir meno una delle risorse (i rimborsi appunto del 730) per finanziare le spese delle vacanze estive. Se il governo ha deciso la proroga del 730, il cdm di ieri ha fatto slittare di almeno una settimana tutti i provvedimenti che dovevano servire a fare un tagliando al Jobs act.

Il più atteso era la tracciabilità dei voucher per contrastare i furbetti dei buoni lavoro. Sono stati rinviati anche gli incentivi per chi utilizza i contratti di solidarietà espansiva, le correzioni su Cig, il fondo per le crisi pregresse e via dicendo. Approvata invece la messa sul mercato della seconda tranche, pari al 29,7%, della quota detenuta dal Tesoro, di Poste italiane: potrebbe fruttare intorno ai 3 miliardi. Semaforo verde anche al decreto che dà priorità ai contenuti ambientali collegati alle offerte per l’Ilva e primo via ai decreti attuativi della riforma dei giudici di pace: dopo una vita di proroghe annuali potranno rimanere in carica per 4 anni se ritenuti idonei. Il rinvio dei correttivi sul lavoro è stato deciso all’ultimo momento anche sull’onda di obiezioni arrivate dalle categorie (in primis la Confagricoltura) che maggiormente usano i voucher. Con le regole attuali chi ha bisogno di un lavoratore occasionale può acquistare un buono da 10 euro (7,50 euro vanno al lavoratore, il resto a copertura dei contributi) e utilizzarlo nel giro di un mese. Il governo vuole che il datore di lavoro comunichi all’Inps, via sms o email, nome e codice fiscale del lavoratore, luogo e durata della prestazione, entro un’ora prima dell’inizio dell’attività. Un margine di tempo troppo ristretto specie in agricoltura dove una pioggia improvvisa può far slittare il lavoro previsto.

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