Milano, 22 mar. (askanews) - Netanyahu va avanti sulla sua strada verso Rafah. Cina e Russia pongono il veto sulla proposta americana all'Onu. Doppio smacco per la diplomazia statunitense: in poche ore si è vista prima bocciare dai due membri permanenti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite la risoluzione per un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. Poi è stata la volta del premier israeliano che ha fatto capire, senza mezzi termini, che l'operazione militare a Rafah ci sarà anche senza il consenso Usa. "Non abbiamo modo di sconfiggere Hamas senza entrare a Rafah ed eliminare i battaglioni rimasti lì. Ho detto (a Blinken) che spero di farlo con il sostegno degli Stati Uniti, ma se ce ne sarà bisogno lo faremo da soli", ha dichiarato il premier israeliano poco dopo l'incontro a Tel Aviv con il segretario di Stato Usa, Anthony Blinken. Al Palazzo di Vetro nella bozza americana si chiedeva "un cessate il fuoco immediato e duraturo per proteggere i civili", facilitare la consegna di aiuti "essenziali" e sostenere i colloqui in corso tra Israele e Hamas per favorire una fine sostenibile alle ostilità, legata al rilascio di tutti gli ostaggi. La risoluzione ha ottenuto 11 voti in favore, tre contrari, tra cui Russia e Cina, e un'astensione. Prima di porre il veto alla risoluzione, l'ambasciatore russo Vassily Nebenzia ha accusato Washington di voler "vendere un prodotto" al Consiglio usando la parola "imperativo" nel testo, senza chiedere un vero cessate il fuoco per la Striscia di Gaza.
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