di Paolo Grilli
La Signora da metà classifica vince come deve: con umiltà e concretezza, lasciando le alte mire confinate a un orizzonte che non le sembra più appartenere. Vlahovic torna al gol dopo quasi quattro mesi, basta un trigore a togliere un bel po’ di ruggine e a sbloccare la lancetta della fiducia. Tanto che poi Dusan si concede un assist involontario a Kostic e il gol della sicurezza, una stoccata come ai bei tempi pre Qatar.
A Salerno è scontro diretto per sostanza, non solo per forzata suggestione. La vittoria bianconera fa il paio con quella in Coppa contro la Lazio, ma in questo 2023 era un mese che Allegri non gioiva in campionato.
Signora accorta, piuttosto timida, con tracce di rattrappimento in avvio. E anche se non si soffre dietro, è evidente che tutto dipende da Di Maria in avanti.
E’ lui a lanciare Miretti che si procura il penalty, a cercare altri suggerimenti in verticale come quello che Locatelli non sfrutta a tu per tu con Ochoa prima dell’intervallo. Se la Juve davvero si priverà del Fideo a fine stagione per i noti problemi di cassa, dovrà per forza procurarsi alternative nel sempre striminzito reparto dei creatori di gioco. Tutti oggi respingono i trequartisti, ma ce n’è bisogno come il pane soprattutto in bianconero e se la mediana è questa, tenacemente ordinata e poco più. Con anche i quinti chiamati a cotrollare più che ad avanzare. Anche ieri, come in Coppa Italia, la vittoria è arrivata con un controllo a tutto campo senza particolari licenze e con il fausto corollario di una difesa rinsaldata dopo le imbarcate contro Napoli, Atalanta e Monza.
Nel giorno del caso Santoriello, la Juve si ritrova tonica sul campo e pepata il giusto. La prima metà della classifica è riguadagnata, e ogni calcolo è vietato in questa particolare e inedita fase del suo campionato e della sua storia, ma Max se non altro può fare di nuovo leva su quella solidità che ha contraddistinto gli anni dei successi. La nuova abbondanza bianconera – Fagioli, appena entrato, fa un assist, lo stesso Vlahovic era paradossalmente scivolato nelle gerarchie, Chiesa sale e spreca una facile occasione – sarà un fattore in questo campionato. Comunque andrà a finire con le decisioni extra campo.