Martedì 30 Aprile 2024

Spagna-Marocco non è solo calcio "Per noi questa è una finale"

Regragui ci vuole provare, quanto sangue ai confini di Ceuta e Melilla, enclavi iberiche sul territorio africano

Migration

La sfida di oggi pomeriggio alle 16 tra la Spagna e il Marocco è qualcosa di più di un ottavo di finale aperto a potenziali sorprese. Sul piano strettamente calcistico, la Spagna è favorita ma non può sottovalutare i magrebini. Sul piano politico, è una partita speciale perché in Marocco esistono due territori formalmente spagnoli, Ceuta e Melilla, il cui confine è diviso da barriere con filo spinato e dove periodicamente si verificano disordini, spesso con epiloghi tragici, per i tentativi di ingresso in Europa dei migranti.

Partiamo dal calcio: ieri il ct del Marocco, Walid Regragui (nella foto con Hakimi), ha detto che questa per lui è la quarta finale: "Sarà una partita difficile. Essendo arrivati primi abbiamo avuto un giorno in più per recuperare energie. Se riusciremo a battere la Spagna sarà una bella sorpresa per noi e per tutto il Marocco. La Spagna è un Paese caro ai marocchini, ci piace il calcio iberico".

Dall’altra parte della barricata calcistica, Luis Enrique è abbastanza sicuro: "Se giochiamo da Spagna possiamo battere il Marocco. I miei calciatori stanno tutti bene. Non cambieremo l’idea di gioco, ma non giochiamo da soli. Il Marocco è una grande squadra ed ha grande motivazione".

E poi ci sono la storia e la politica. I due paesi sono divisi solo da un braccio di mare che ha visto spesso tentativi di sbarchi in Europa da parte di migranti, a volte finiti nel sangue e che hanno coinvolto anche le due enclavi di Ceuta e Melilla, fazzoletti di Spagna sul suolo africano.

Nel giugno scorso ci furono quasi quaranta morti, anche se il ministro dell’Interno spagnolo, Fernando Marlaska, parlando al Parlamento spiegò con un’uscita infelice che "nessuna perdita di vita umana è avvenuta in territorio nazionale, né c’è stata alcuna omissione di soccorso da parte della Guardia Civil", a proposito del tentativo di ingresso in territorio spagnolo di centinaia di migranti, finito con la morte di almeno 37 persone. "La Spagna è un Paese di accoglienza per qualsiasi richiedente asilo che bussi alle nostre porte", disse Marlaska, "ma non può permettere che nessuno tenti di sfondarle con la forza".

Solo pochi giorni fa un uomo è riuscito ad entrare in territorio spagnolo superando la barriera alla frontiera tra il Marocco e l’enclave di Melilla in parapendio: evento documentato da un video pubblicato poi da Cadena Ser. Una volta a terra, l’uomo si è sfilato dal parapendio e ha fatto perdere le proprie tracce. È il primo episodio di questo tipo, purtroppo non è l’ultimo caso di assalto alla frontiera spagnola di migranti dal Marocco.

d. r.