di Doriano Rabotti
Un altro calcio è possibile, ma anche un altro mondo. Dove la parola ’sostenibile’ assume un significato diverso. Sostenibile, in senso strettamente sportivo, è lo scudetto del Napoli, conquistato con i conti a posto, vendendo campioni per scovare giovani talenti secondo una politica che da anni attuano anche altri club, dal Sassuolo all’Empoli all’Atalanta.
Ma la stessa parola acquista un valore diverso se si guarda fuori dal recinto della passione pallonara. O anche dentro, a dire il vero: perché sono sempre di più i club che scelgono di percorrere concretamente la strada della sostenibilità ambientale. E sapete la novità? Pur pensando al pianeta, riescono anche a vincere o a centrare traguardi clamorosi. Basta guardare quello che combinano la Royale Union Saint-Gilloise in Belgio o il Friburgo in Germania: i primi sono in corso per vincere il campionato, la Pro League nella quale sono tornati solo un anno fa. I secondi hanno affrontato la Juventus in Europa League qualche settimana fa e sono in corsa per fare la Champions grazie al piazzamento in Bundesliga: entrambi i club sono modelli di politiche ambientali a tutto tondo.
Partiamo dal Belgio. La Royale Union Saint Gilloise è la squadra storica di un quartiere di Bruxelles: fondata nel 1897, prima del 1935 vinse anche 11 scudetti stabilendo il record ancora imbattuto di 60 partite senza sconfitte tra il 1933 e il 1935. Decaduto sul piano sportivo dagli anni sessanta, il club è tornato in massima serie nel 2021 grazie all’allenatore di origini italiane Felice Mazzù.
Vincenti in campo, ma è soprattutto fuori che i belgi diventano un modello: giocano da oltre un secolo allo stadio Marien dentro il Dunden Park, hanno un team di esperti ambientali che lavora all’obiettivo di ridurre le emissioni di gas serra del 45% entro il 2030, hanno finanziato il rimboschimento di un’area in Madagascar con 125mila mangrovie, hanno un fornitore di energia verde per lo stadio il cui manto è in erba ibrida più ecologica di quella naturale, con l’irrigazione che ricicla l’acqua. E ancora offrono burger vegani ai tifosi, stazioni di riciclaggio dei rifiuti sparse per lo stadio, l’incentivo a comprare solo biglietti elettronici e a recarsi allo stadio con bici, trasporto pubblico e car sharing.
Quest’ultimo punto è uno dei più importanti anche per il Friburgo: i posti auto fuori dall’Europa Park Stadion sono 2.500, gli stalli per le bici sono 3.700. Se hai il biglietto per la partita puoi arrivare viaggiando gratuitamente sui mezzi pubblici. Lo stadio ha il tetto coperto di pannelli solari che forniscono energia per l’equivalente di quasi 900 famiglie, e tutto, compresi ristoranti, negozi e spogliatoi, viene riscaldato col calore in eccesso prodotto da una fabbrica della zona industriale non lontana. I bicchieri riciclabili per bere la birra vengono restituiti e rimborsati. Una volta era lo ’stadio più ecologico del mondo’, oggi i turchi del Galatasaray dicono che il loro Nef Ali Sami Yen Stadium produce più energia pulita. A Friburgo però la cultura ambientalista è storica: il vecchio stadio, lo Schwarzwald, aveva già pannelli fotovoltaici finanziati dai tifosi in cambio di una priorità sugli abbonamenti.
Sullo stadio ha lavorato anche il Forest Green Rovers, squadra inglese di livello inferiore (attualmente è in terza divisione), che ha un record di spettatori di 4.836 al ’The New Lawn’ di Nailsworth. Da quando nel 2011 la proprietà è passata nelle mani dell’imprenditore Dale Vince, attivo nel settore dell’energia rinnovabile con la sua azienda Ecotricity, tutto il mondo del Forest Green è diventato più... verde: il campo è interamente organico, sulla tribuna sono stati installati 180 pannelli solari che danno energia anche al robot Etesia, il primo ’taglia-erba’ che lavora collegato al Gps e senza bisogno di guida umana. Scelte che hanno portato il club a vincere il primo premio dell’Institute of Groundmanship. Ma la spinta del nuovo proprietario non si è fermata qui: tutti i tesserati sono vegani, le maglie dei giocatori sono state realizzate utilizzando scarti di caffè e plastica riciclata (quelle precedenti erano in bambù), e per ogni gol realizzato vengono piantati dieci alberi. Intanto è già pronto il progetto per il nuovo stadio, nell’Eco Park, modulare fino a 10.000 posti e interamente in legno.