di Leo Turrini
Ormai è il Marchese del Grillo del calcio planetario. Il Marchese del Grillo, già: il personaggio sublimato al cinema da Alberto Sordi, con quella frase indimenticabile rivolta ai poveracci di Roma. "Perché io so’ io e voi nun siete un c…"
Eh, sì. La trasformazione di CR7 nel mitico Marchese prescinde persino dall’esito del Mondiale. Cristiano Ronaldo potrebbe anche vincerlo, pure se fin qui è rimasto lontanissimo dalle poetiche vette toccate da Messi e Mbappé. Oggi il Portogallo affronta la Svizzera alle 20 e tutto può accadere, per carità.
Eppure, è impossibile sottrarsi alla sensazione che la proverbiale arroganza del Campionissimo abbia (finalmente!) stufato. Il personaggio è sempre stato vagamente bizzarro negli atteggiamenti, sin dall’inizio: ma faceva la differenza in campo e tutto gli veniva perdonato. Guai a sostituirlo se in giornata storta (una volta alla Juve Sarri osò richiamarlo in panchina e fu l’inizio della fine. Per Sarri, beninteso). Le punizioni le deve tirare tutte lui anche se non fa mai gol (sempre alla Juve, a Dybala, specialista sui calci da fermo, venne l’esaurimento nervoso. Ma se lo tenne).
È andata così per quasi vent’anni. Un periodo lunghissimo, durante il quale l’ammirazione per il Marchese del Grillo del gol prevaleva sul fastidio generato da comportamenti, pubblici e privati, non irreprensibili. Record di qua e di là, Champions e Palloni d’Oro, il dualismo esaltante con Messi. Com’era la battuta di Albertone? Ah, già. Io so’ io e voi nun siete un c…
Solo che. Solo che poi qualcuno si è accorto che vestito di bianconero CR7 ha vinto meno del grasso Pipita Higuain. E come dimostrano le cronache giudiziarie, insomma, i conti di Andrea Agnelli non tornavano proprio. Hai voglia di menarla con i numeri dei followers sui social, quando i numeri del bilanci non quadrano (e adesso Ronaldo reclama dalla Vecchia Signora arretrati per circa 20 milioni di euro, perché nessun pasto è gratis).
Ancora. Il ritorno al Manchester United è stato un flop pazzesco, roba che il rientro di Lukaku all’Inter al confronto è un trionfo. Un anno di polemiche e il licenziamento in tronco (senza buonuscita) proprio alla vigilia del Mondiale. In mezzo, i suoi agenti hanno offerto il Marchese del Grillo ad una dozzina di club europei: andavano bene tutti, pur di tornare a giocare la Champions. Evidentemente da lui reputata un diritto divino.
Infine, mentre Marca annuncia l’accordo per un doratissimo tramonto in Arabia Saudita, sceicco tra gli sceicchi, con stipendio da duecento (200, esatto) milioni di euro per esibirsi in un campionato ignoto ai più, ecco, il popolo bue minaccia la rivolta. Un sondaggio rivela che il 70 per cento dei tifosi portoghesi lo vorrebbe fuori dall’undici titolare oggi contro gli svizzeri. Orrore: il Marchese del Grillo considerato come un peso, zavorra da rimuovere, lui che ha segnato in cinque edizioni dei Mondiali (altro record, s’intende).
Non c’è più religione (e comunque lui è lui e noi non siamo un c…, a scanso di equivoci).