di Giulio Mola
E’ nerazzurro il cielo di Milano nella notte della verità, quella che a gran voce dice Inter: toccherà a Lautaro e compagni, il 10 giugno, sfidare a Istanbul nella finale di Champions la vincente di City-Real. Dopo il 2-0 dell’andata per gli impetuosi discepoli di Inzaghi, più equilibrato è stato il derby di ritorno. L’Inter non si è limitata a gestire, il Milan almeno per un tempo ha provato con orgoglio a rimontare per poi arrendersi nel finale, impallinato dall’argentino. L’1-0 premia i nerazzurri che attendevano da vent’anni la rivincita sportiva del 2003 nella coppa dei sogni, in un Meazza festante e stracolmo (incasso record di oltre 12 milioni) e dopo un match durissimo e appassionante.
Nel maggio 2003 fu Ancelotti a festeggiare a spese di Cuper l’ingresso nella finale di Manchester (che poi i rossoneri avrebbero vinto ai rigori con la Juventus), da ieri è Inzaghi a poter cullare la speranza di diventare il primo tecnico italiano della storia dell’Inter a vincere la Champions sulle orme di Herrera e Mou. Sconfitto Pioli, che dovrà conquistare il quarto posto in campionato per tornare nell’Europa che conta, ma il tecnico parmigiano esce a testa alta dalla competizione. E poi è stato lui in tre anni e mezzo a riportare in alto il Milan, vincendo lo scudetto e conducendolo in semifinale di Champions dopo più di tre lustri, nonostante un organico incompleto. Ieri sarebbe servito un mezzo miracolo per volare a Istanbul, non c’è stato. Senza Bennacer (operato al ginocchio destro, tornerà nel 2024) ma con un Leao in più rispetto all’andata al cospetto della stessa Inter che aveva vinto 2-0, il Milan ha giocato la prima parte con coraggio e convinzione. Molto aggressivo il 4-1-4-1 con Messias a destra, e la gigantesca occasione capitata sul piede di Diaz (10’) neutralizzata dal bravissimo Onana resta uno dei rimpianti della serata. Meno bravo l’arbitro Turpin, che non fischia tre falli di fila commessi sui nerazzurri facendo arrabbiare Inzaghi. Nervi tesissimi, con Leao che di tanto in tanto accarezza il pallone senza entrare veramente in partita. Fin quando (minuto 37’) il portoghese ruba palla a Darmian, sterza verso Onana e tira fuori di un nulla. Resterà l’unico lampo di serata. Subito dopo lo strepitoso Maignan respinge d’istinto il colpo di testa di Dzeko. Inzaghi perde Mkhitaryan (sostituito da Brozovic) prima del giro di boa ma nella ripresa l’Inter gioca più sciolta mentre col passare dei minuti il Milan perde calma e lucidità anche perché Leao non decolla e Giroud è ingabbiato da Acerbi e Bastoni. Entrava Lukaku e Gosens e proprio su invito del belga (29’) Martinez infila col sinistro l’incolpevole Maignan. Partita chiusa e Inter a Istanbul. Sognare non costa nulla.