Venerdì 8 Novembre 2024
MATTIA TODISCO
Sport

La favole del Giappone finisce dal dischetto Livakovic porta la Croazia tra le prime otto

Migration

GIAPPONE

2

CROAZIA

4

dopo i calci di rigore

GIAPPONE (3-4-2-1): Gonda 6; Tomiyasu 5.5, Yoshida 6, Taniguchi 5.5; Ito 5.5, Endo 5, Morita 5.5 (1‘2°ts Tanaka 6), Nagatomo 6 (19‘st Mitoma 6); Doan 6.5 (42‘st Minamino s.v.), Kamada 6.5 (30‘st Sakai 6); Maeda 7 (19‘st Asano 6). Allenatore: Moriyasu 6.

CROAZIA (4-3-3): Livakovic 6; Juranovic 6, Lovren 6.5, Gvardiol 5.5, Barisic 5; Modric 6 (9‘1°ts Majer 6), Brozovic 6, Kovacic 6 (9‘1°ts Vlasic 6); Kramaric (24‘st Pasalic 6), Petkovic (17‘st Budimir 6; 1‘2°ts Livaja 6), Perisic 7.5 (1‘sts Orsic 6). Allenatore: Dalic 6.

Arbitro: Elfath (Usa) 6.

Reti: 43‘ pt Maeda; 10‘ st Perisic.

Rigori: Minamino parato, Vlasic gol, Mitoma parato, Brozovic gol, Asano gol, Livaja palo, Yoshida parato, Pasalic gol.

Note: Ammoniti: Kovacic, Barisic. Angoli: 8-5 per il Giappone. Recupero: 2’; 4’. Terreno di gioco in buone condizioni. Spettatori: 42.523.

di Mattia Todisco

Il samurai è Dominik Livakovic. Uno dei croati pescati dal ct Dalic nel campionato di casa, 1.86 di muro oltre il quale il Giappone non riesce a passare, fermandosi una volta di più alla soglia di sbarramento degli ottavi mondiali. Vince la Croazia, ai calci di rigore, dopo 120’ in cui i fuochi d’artificio si vedono finché il Giappone gioca con il coraggio invocato alla vigilia dall’ex interista Nagatomo, trovando il vantaggio grazie a una carambola trasformata in rete da Maeda. Costretta a inseguire, la Croazia ha un risveglio lento. Manca di un goleador di razza, compensa con un palleggio spesso pulito e una fisicità superiore ai nipponici, piccoli e guizzanti, compatti e fulminei, oltre che tecnicamente capaci di rendere la vita complicata ai difensori negli spazi stretti. Arrivato il pari (una frustata di testa di Perisic) la gara si addormenta. Giusto qualche traversone che non fa primavera, nonostante le gradevoli temperature qatarine.

Si va ai supplementari, un merito per il Giappone, sulla carta meno dotato e invece già capace di mettere in fila Spagna e Germania. Non più sorpresa, dunque, nemmeno contro i vice-campioni del mondo, i cui senatori optano per un andamento controllato e poco altro. A Majer, che sembra Modric solo nella criniera, capita l’ultima chance gettata alle ortiche dal limite dell’area. Rigori, quindi, dove esperienza e mentalità pesano in misura inversamente proporzionale al pallone per chi calcia. Gli "italiani" Brozovic e Pasalic fanno bene il proprio mestiere, Yoshida no. Livakovic alla grande. La Croazia dei vincenti seriali è di nuovo tra le prime otto del mondo. Guarda da dentro i confini del torneo un Giappone che ne esce tra gli applausi degli spettatori neutrali e le lacrime dei suoi tifosi.