Che cosa lascia il mondiale alla Serie A che ripartirà il prossimo 4 gennaio? Contano di più l’euforia per un successo o la stanchezza fisica e mentale per una delusione? Di sicuro le squadre che hanno avuto più giocatori impegnati nei turni successivi sono la Juve e il Milan, che ne avevano due per club nella finalissima. Di Maria è il caso più clamoroso: se è quello visto in finale, Allegri ha già un acquisto pesante fatto in casa, visto che finora il Fideo l’ha visto pochissimo con la maglia bianconera. L’altro è Rabiot, che come Di Maria gioca meglio in nazionale che nel club. Un gol e un assist contro l’Australia, un ottimo mondiale a cui è mancato solo il colpo finale. Ma nessuno ha sentito la mancanza di Kanté e Pogba.
E’ tornato a casa prima il portiere polacco Szczesny, ma lo ha fatto dopo aver dimostrato di essere uno dei migliori della rassegna qatariota. Ha anche parato un rigore a Leo Messi, chiudendo le prime due gare senza subire reti. E’ uscito contro la Francia, ma non era certo lui a suscitare dubbi.
In casa Milan, due grandi delusi dell’ultimo atto: Giroud doveva essere il cambio di Benzema, si è ritrovato titolare e ha fatto ampiamente la sua parte con quattro gol e tanto aiuto ai compagni. In finale però è stato sostituito ancora prima dell’intervallo, a 36 anni la sua storia mondiale è finita così. Avrà un futuro in Bleus invece Theo Hernandez, che ha toppato solo in finale. Contro il Marocco mette a segno il secondo gol più veloce nella storia delle semifinali di un mondiale (279 secondi), dietro al solo Vavà in Francia-Brasile del 1958 (due minuti). Un gol e due assist sono un buon bilancio.
Non può essere soddisfatto invece Rafael Leao, anche se le responsabilità non sono certo sue. Dopo aver segnato tre minuti dopo essere entrato in campo nel debutto, ha punito anche la Svizzera negli ottavi. L’ormai ex ct Santos, che aveva anche la gatta CR7 da pelare, lo ha usato come arma di riserva, ma gli ha concesso pochi minuti. Chissà se se n’è pentito.
In casa Inter, sono schizzate alle stelle le quotazioni di Denzel Dumfries: normale nel primo girone, agli ottavi contro gli Stati Uniti ha fatto un gol, due assist e interventi decisivi in difesa. Tanto fisico, qualche difficoltà tattica quando gli spazi erano ristretti, ma comunque torna dal Qatar dopo aver dimostrato al mondo che il suo valore è in crescita costante.
Sale sul podio virtuale alla fine Marcelo Brozovic, che ha avuto un ruolo fondamentale per far ottenere il terzo posto alla Croazia. In un centrocampo di grandissima qualità insieme con Modric e Kovacic, ha saputo fare la differenza e anche grazie alle sue prestazioni i croati hanno centrato la semifinale per la seconda volta consecutiva. E quando elimini il Brasile, hai qualcosa da raccontare nello spogliatoio, ma anche ai nipotini in futuro.
Nella finalina i biancorossi hanno dovuto domare i Leoni dell’Atlante, il Marocco di un altro giocatore che ha saputo sfruttare la vetrina per aumentare in modo esponenziale le proprie quotazioni. Parliamo di Sofyab Amrabat, perno delle imprese della prima squadra africana capace di raggiungere la semifinale.