di Mattia Todisco
La gioia per la Supercoppa Italiana è durata un attimo. Il tempo per l’Inter di tornare a Milano, mostrare il trofeo ai tifosi e perdere in casa contro l’Empoli lanciato dal talento del giovane Baldanzi. Una sconfitta meritata: Vicario deve fare molto poco per evitarla, mentre gli ospiti costruiscono più palle gol. Giocano con addosso la tranquillità di una buona classifica, hanno dalla loro gioventù, organizzazione e buona tecnica. Ci vuole tutta la prontezza di Skriniar per sventare al quarto d’ora la prima occasione della gara (deviazione in corner su conclusione di Caputo dal centro dell’area). Raccoglie iniziali applausi, l’atteso slovacco, al cui salvataggio fa seguito quello di Vicario sulla sventagliata al volo tentata da Dimarco. La pressione nerazzurra aumenta, Lautaro ha una buona occasione alla mezzora ma la getta al vento.
Il gol sembra nell’aria e invece a materializzarsi è l’espulsione proprio di Skriniar: aveva evitato i possibili fischi per il probabile addio, ma non riesce a fare lo stesso con il secondo giallo per un intervento su Caputo, già in campo con la testa fasciata dopo un precedente scontro con Mkhitaryan. Mancano ancora 5’ del primo tempo e tutto il secondo, con le fatiche di Supercoppa addosso. Il poco apprezzato Correa lascia il campo dopo l’intervallo per fare posto a Bellanova: Inzaghi doveva sistemare la difesa dopo l’espulsione di Skriniar, ma così il peso offensivo dei padroni di casa a quel punto resta tutto sulle spalle di Martinez. Darmian stoppa in spaccata un contropiede concesso con tanto campo dietro la linea difensiva, perché nonostante lo svantaggio numerico il baricentro resta alto. Deve intervenire anche Onana per rimandare la capitolazione, mentre Vicario per ora osserva. Zanetti gioca la carta Baldanzi e ha ragione: scambio sul settore mancino e staffilata centrale che passa sotto il corpo dell’estremo difensore interista, non incolpevole nella circostanza.
Baldanzi (quattro gol in A) conferma di essere un giocatore di grande prospettiva: vorrebbe giocare con Klopp, sicuramente si sta facendo vedere, e probabilmente arriverà presto una chiamata per l’azzurro. Inzaghi mette mano alla panchina, ma non tocca ancora a Lukaku. Vanno dentro Gosens, Asllani e Dzeko per Darmian, Barella e Dimarco. L’Empoli risponde con Satriano e Fazzini per Henderson e Bajrami. Cambia la fisionomia e con essa la pericolosità. Dzeko ha una buona palla sul destro, recapitata da Calhanoglu: larga. Con Lukaku per Mkhitaryan l’Inter diventa iperoffensiva.
La traversa evita un’autorete di Luperto a Vicario battuto. Gosens spara alto da dentro l’area, tutto solo. Sale il nervosismo, mentre San Siro (ingenerosamente) se la prende anche con Bellanova.
Gli ultimi assalti sono vani. Il Napoli è distante tredici punti. Anche se c’è tutto il girone di ritorno sono una enormità.