Paolo
Franci
Pessimo. Anzi, mettiamola giù dura: disgustoso. Infantino che sorride come un venditore d’auto da film americano e si fa un selfie con gli ex compagni di Pelè a una spanna dalla salma di O Rei, sarebbe già di pessimo gusto se lui fosse uno qualunque. Figuriamoci nelle vesti di presidente della Fifa alla veglia della salma del più grande giocatore della storia dell’umanità. La toppa poi e cioè la spiegazione del numero uno della Fifa - "me lo hanno chiesto non sapevano come fare, allora ho preso il loro telefono e...", è la sintesi - peggio dello strappo. Però... C’è un però. Che la cosa sia di cattivo gusto, pessima, è fuor di dubbio. La sua, ma ancor peggio quella degli ex compagni che non vedevano l’ora di sfoggiare uno scatto con vista sulla salma del Re. Bruttissimo. Naturalmente, le infinite falangi di moralisti in divisa social lo hanno massacrato. Che poi magari tra loro ci sono quelli che si fanno un selfie passando davanti a un incidente, o riprendono con freddezza da reporter d’assalto scene crude, di quelle che poi finiscono sul web con la dicitura: "Attenzione le immagini che seguono potrebbero urtare la vostra sensibilità". Incidenti mortali, aggressioni di animali o agli animali, risse, sparatorie, rapine , tutti i giorni scegliamo di essere voyeur per cose peggiori del selfie di Infantino. Che s’è beccato il suo bel cazziatone planetario e ben gli sta. Ma questo, piaccia o no, è il mondo nell’era dei pixel formato social. Facciamocene una ragione.