Non è dato sapere se Stefano Bonaccini, appassionatissimo di volley, domenica pomeriggio stesse guardando in tv la finale di Coppa Italia mentre iniziavano ad arrivare i dati sull’esito delle primarie del Pd. Nel caso, si sarebbe accorto di un effetto ’Elly Schlein’ anche nel nostro sport, dove la tendenza in realtà è consolidata da tempo. Ovvero donne al comando e vincenti, con compiti decisionali e non solo di rappresentanza, in un ambiente storicamente maschile e spesso anche maschilista. E se sul campo magari certe vittorie possono essere considerate una sorpresa, per chi conosce queste signore d’acciaio in realtà si tratta solo del naturale risultato di un approccio imprenditoriale allo sport.
Nel caso del volley, la Piacenza che ha ribaltato i pronostici infliggendo la prima sconfitta stagionale alla corazzata Perugia e poi asfaltando Trento in finale sotto gli occhi del Presidente Sergio Mattarella è guidata da Elisabetta Curti. Piacentina di Fiorenzuola, presidente dell’azienda Gas Sales Energia che dà anche il marchio al club, è legatissima al territorio e si definisce "orgogliosamente provinciale" (piacentino è anche il tecnico Massimo Botti, per la cronaca).
La Curti, che comunque aveva allestito uno squadrone frenato finora soprattutto dai tanti infortuni, non è la prima donna a vincere sottorete dalla posizione apicale del club: da anni la Lube Civitanova è guidata da Simona Sileoni, mentre la gloriosa ex Panini Modena è stata salvata e riportata al successo da Catia Pedrini, che nell’estate scorsa ha passato la proprietà a Giulia Gabana. In Superlega alla guida del consorzio Vero Volley Monza c’è Alessandra Marzari.
Anche solo limitandosi alla Coppa Italia, sotto rete negli ultimi nove anni hanno esultato sei volte presidentesse donne, unica eccezione i tre successi del Perugia di Sirci. Dal 2006 sono otto gli scudetti a guida in rosa, compresi gli ultimi tre targati Lube.
Nel basket i numeri hanno una forza minore, ma c’è quella dell’attualità a compensare: perché una settimana prima di Elisabetta Curti ha esultato una presidentessa che, proprio come la Schlein, ha vinto da outsider. La Germani Brescia che ha eliminato Milano, Pesaro e poi in finale ha sconfitto la Virtus Bologna, è condotta da Graziella Bragaglio dal 2009. Bresciana di provincia (è di Nave), laureata in Radiologia Medica, è amministratrice di quattro società attive in ambito medico.
Non è l’unica donna al comando di un club in serie A: la Pallacanestro Reggiana è guidata in prima persona da Veronica Bartoli, ex pallavolista stregata dal basket dai tempi delle Cantine Riunite di Dado Lombardi. Tra i progetti che ha in cantiere c’è la costruzione della Casa Biancorossa, nuovo centro sportivo dove radunare le attività del club emiliano.
Prima delle due signore dei canestri, la strada fu aperta qualche anno fa a Cantù da Anna Cremascoli, che nel 2011 vinse la Supercoppa Italiana con lo storico club lombardo.
Senza neanche bisogno di fare le primarie.