Lunedì 29 Aprile 2024

Giro d'Italia 2018, tappa 19: le pagelle di Angelo Costa

Dieci e lode a Froome. Quattro a Yates, un cedimento vero Giro d'Italia 2018, tappa 20. Orari tv, percorso e favoriti Giro d'Italia 2018, classifica e risultati dopo la tappa 19 Giro d'Italia 2018, Aru si ritira Giro d'Italia 2018: le tappe e le altimetrie. I segreti del percorso

Chris Froome (Lapresse)

Chris Froome (Lapresse)

Bardonecchia, 25 maggio 2018 - I voti ai protagonisti del Giro d'Italia 2018 oggi impegnati nella tappa 19, da Venaria allo Jafferau. 

10 e lode a Froome. Non si limita a vincere la tappa, ma scrive una pagina di storia: una fuga solitaria di ottanta chilometri con tre salitone davanti entra direttamente fra le imprese memorabili. E’ una follia che non solo cambia la classifica, consegnandogli la maglia rosa, ma anche la sua dimensione di campione: il figlio dell’era moderna che calcola ogni stilla di energia sa vincere col cuore e con il coraggio, come piace ai tifosi.

8 a Dumoulin. Davanti all’impresa di Froome, prova a realizzarne un’altra: inseguire per ottanta chilometri, cercando di restare aggrappato alla vetta. Non ci riesce perché deve lavorare quasi da solo, senza ricevere aiuto da chi, come Lopez e Carapaz, pensa soltanto a curare la propria classifica. Gli resta un tappone per giocarsi l’albo d’oro, chissà se gli sono rimaste anche le energie per provarci.

6 a Pinot. Resta sul treno di Dumoulin, cercando di contribuire alla rincorsa, ma badando soprattutto a puntellare quel podio sul quale sale di nuovo grazie alle difficoltà di Pozzovivo. Missione compiuta, anzi no, perché il tappone di Cervinia lo obbliga a difendersi dalla rimonta del baby colombiano Lopez: per uno che andava già forte al Tour of The Alps in aprile, ha l’aria di una salita in più.

5 a Pozzovivo. E’ tra i primi a soffrire il cambio di passo del Team Sky sul Colle delle Finestre: quando Froome decolla, comincia a scivolare irrimediabilmente indietro. Giornata di sofferenza, con un distacco che aumenta in progressione: paga la fatica di un Giro al quale si è presentato con una forma già buona, sfruttata fino all’ultimo nel tentativo di conquistare un podio che ora sembra lontanissimo.

4 a Simon Yates. Non era una crisi passeggera quella di Prato Nevoso, ma il segnale di un cedimento vero. Sul Colle delle Finestre arriva il definitivo crollo, quasi una resa per l’inglese logorato da due settimane di potere: la fatica gli presenta impietosamente il conto di una corsa sempre d’attacco, dove la fuga di Sappada e l’ottima difesa nella crono probabilmente hanno bruciato al gemellino le ultime energie.

S.V. Aru. Nella tappa che attendeva da inizio Giro, quando ancora era convinto di poter essere uno dei favoriti, fa scorrere i titoli di coda: al chilometro 41, chiama l’ammiraglia e si ritira. Giusto così: staccato in pianura a Iseo, disperso a Prato Nevoso, la sua ultima settimana si strava trasformando in una lenta agonia. ‘Ora dovrò resettare e ripartire’, promette: doveroso dopo tre settimane da dimenticare.

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