
Scopri la storia di Colle Bereto, pioniere del Chianti Classico e dei Super Tuscan, e la sua evoluzione nel panorama vinicolo.
Fra le più belle cartoline della Toscana, c’è il comune di Radda in Chianti, che unisce quello che più si cerca in questa zona: scrigni d’arte e vini che portano avanti la tradizione. Si trova qui l’azienda vinicola Colle Bereto, in questo angolo di territorio in cui si è scritta una pagina importante della storia del Chianti Classico: nel maggio del 1924, infatti, 33 viticoltori della zona si riunirono nella Cantina Vignale (di cui Colle Bereto era al tempo un podere) per costituire il primo nucleo del Consorzio Chianti Classico. Alla fine degli anni Settanta, un altro tassello di questa storia viene scritta da Franca e Lorenzo Pinzauti, che che rileva l’azienda: la famiglia, fondatrice della moderna tenuta, porta avanti tradizione e innovazione. E partecipando alle trasformazioni del settore.
A partire dagli anni ’80, infatti, Colle Bereto è fra i primi pionieri del rinnovamento del vino toscano. Allontanandosi dal ‘modello ricasoliano’ di Chianti (che prevedeva una ricetta uguale per tutti e l’utilizzo di uve a bacca bianca), l’azienda lancia Il Tocco, uno dei primi Super Tuscan da uve 100% Sangiovese, che dal 2001 viene poi convertito in Merlot in purezza. Sempre parlando di rossi, Colle Bereto vanta anche riuscite sperimentazioni, a queste latitudini, con il Pinot nero: Il Cenno e lo spumante metodo classico Colle B rappresentano interpretazioni uniche e ‘territoriali’ del famoso vitigno borgognone, favorite dall’altezza del vigneto raddese e dalle sue escursioni termiche. Dal 2010, inoltre, la tenuta produce, tra le prime del Consorzio, una Gran Selezione da singolo vigneto, simbolo dell’ulteriore rafforzamento del legame vino-territorio. Oggi l’azienda ha un’estensione di 60 ettari a coltivazione bio, di cui 17 destinati al vigneto. Il Sangiovese è la star delle circa 80mila bottiglie prodotte e lo sarà anche a Vinitaly.
"Per noi è un appuntamento fisso da circa trent’anni– spiega il direttore dell’azienda Bernardo Bianchi –. L’azienda ha sempre voluto lavorare molto sul territorio nazionale, in particolare in Toscana. Ci troviamo difronte al paese di Radda e la vigna si trova davanti a Santa Maria al Prato, un vecchio convento francescano, oggi Casa Chianti Classico. Una posizione ideale per i vigneti che guardano a sud e crescono in un tipo di terreno perfetto: scistoso, povero, profondo. Ma è dove la vite fa fatica che arrivano i risultati migliori". Colle Bereto oggi è certificata bio, con una produzione di rossi rivendicati con orgoglio. "Nascono tutti nei nostri vigneti, prodotti da noi con le nostre uve. Realizziamo un Chianti classico elegante e Riserve da una selezione: in questo caso impieghiamo l’uva con la buccia più spessa, per avere più concentrazione Per quanto riguarda uno dei fiori all’occhiello, Il Tocco, dal 1993 esce come singolo vigneto, ora Merlot. "A Verona, dove ci troviamo sempre nella stessa posizione del padiglione 9– continua Bianchi – presenteremo ancora una volta i vini prodotti nel nostro territorio, le ultime annate, sempre perseverando nella tradizione di Colle Bereto".
Con sfide però sempre in arrivo, a partire da quelle del clima. "L’annata 2023 – continua il direttore – è stata difficile per le tante piogge primaverili, ma quella del 2024 è stata un’annata molto buona e siamo felici. Vendiamo tanto alla ristorazione in Toscana, mentre l’export è rivolto soprattuto al Nord Europa, Stati Uniti, Giappone e Svizzera. Non abbiamo mai venduto nella grande distribuzione, visti i numeri delle nostre bottiglie".
L’esperienza legata al mondo di Colle Bereto non finisce solo sulle colline del Chianti. La famiglia Pinzauti, infatti, negli anni ha aperto un enoteca a Radda, un wine bar alla fine degli anni Novanta e un locale a Firenze. Ultimamente, è stato aperto il bagno Santa Maria a Forte dei Marmi e, sempre nella perla del Tirreno, Leonardo Pinzauti sta aprendo il nuovo Bagno Principe.
Letizia Gamberini