Benessere

Sport e diabete, strategia vincente

di
Maurizio Maria Fossati
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È risaputo che lo sport moderato faccia bene a tutti: giova sia alla salute fisica, sia all’equilibrio psicologico. Ma chi soffre di diabete può impegnarsi nelle attività sportive? Quali? In che modo? Lo chiediamo a Marco Mirani, capo-Sezione Diabetologia IRCCS Istituto Clinico Humanitas di Rozzano, Milano.

 

“L’attività fisica fa certamente bene a chi ha una malattia cronica come il diabete. Le linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e delle varie associazioni diabetologiche consigliano di fare sport proprio perché è dimostrato che contribuisce al miglioramento della patologia. Lo sport è un toccasana per diabete, obesità e malattie dell’apparato cardiocircolatorio”.

 

Cosa succede nel corpo, facendo movimento?

“Con l’esercizio fisico – spiega il dottor Mirani – si consumano soprattutto zuccheri, con la diretta conseguenza di abbassare la glicemia. In definitiva, l’attività fisica fa bene perché riduce la glicemia e migliora l’insulino-sensibilità, ossia fa lavorare meglio l’insulina, consentendo di ottenere un migliore controllo glicemico e di avere parametri metabolici migliori nel tempo, per esempio la riduzione dell’emoglobina glicata”.

 

Ma i diabetici fanno abbastanza sport?

“Purtroppo i sondaggi più recenti hanno evidenziato che in Italia solo il 20% dei diabetici pratica attività sportiva. Per questo non dobbiamo smettere di promuovere lo sport tra i pazienti. Ogni malato dovrebbe fare esercizio fisico in modo adeguato alle sue caratteristiche, alla sua età, al suo grado di allenamento e alla sua terapia”.

 

Quale potrebbe essere un buon modo per iniziare?

“Si deve sempre cominciare con un’attività moderata, magari una semplice passeggiata quotidiana. L’ideale sarebbe camminare di buona lena per trenta minuti al giorno, cinque giorni su sette. Sostanzialmente si consigliano 150 minuti di camminata a settimana. E, per non disperdere i benefici del movimento, sarebbe bene non restare inattivi per più di due giorni”.

 

Pronti via, quindi, per tutti i diabetici?

“Sì, ma con un inizio graduale, magari facendo precedere alla camminata un po’ di riscaldamento sul posto. E terminando con lo stretching. Dieci, quindici minuti bastano per contribuire al miglioramento della flessibilità muscolare. Ai piedi, sempre delle scarpe adatte, perché proprio i piedi sono una parte delicata del diabetico. Altra cosa che si è rivelata molto utile è l’interval training, cioè l’alternare, per esempio, tre minuti di camminata veloce a tre minuti di camminata lenta. Questo, oltre a un effetto favorevole sul controllo della glicemia, porta beneficio anche al sistema cardiovascolare”.

 

Aumentando il livello d’impegno fisico possiamo consigliare il ‘nordic walking’?

“Certo, la camminata nordica è più efficace della semplice camminata. Impiega, infatti, l’uso attivo di bastoncini per spingere il corpo in avanti durante l’andatura. Viene così attivata anche la muscolatura della parte superiore del corpo e questo movimento di spinta determina un maggiore dispendio di energia rispetto a un’andatura senza l’ausilio delle bacchette. È stato dimostrato che la camminata nordica migliora la capacità cardiorespiratoria e favorisce il controllo del diabete e del profilo lipidico, riducendo il peso corporeo”.

 

Ma ci sono sport che un diabetico non dovrebbe fare?

“In passato, numerosi sport impegnativi, come per esempio l’alpinismo, il paracadutismo, l’immersione subacquea, la vela in solitario, erano vietati ai diabetici. Oggi le cose sono cambiate: le nuove tecnologie hanno allargato gli orizzonti, allontanando il rischio di ipoglicemie e quindi della conseguente possibile perdita di coscienza. Oggi, grazie a microinfusori regolati da programmi informatici estremamente sofisticati, la gestione della glicemia è molto più semplice e precisa. Con l’opportuna preparazione (impartita da un diabetologo) è quindi diventato possibile dedicarsi a quasi tutte le attività sportive”.

 

Ma ci sono attività sportive ’più adatte ai diabetici?

“Si tenga comunque presente che, in termini metabolici, le attività aerobiche sono quelle maggiormente utili per la salute dell’organismo e il controllo della malattia”.

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