Salute

Aria di primavera, come riscoprire il profumo dei ricordi

di
Alessandro Malpelo
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Nel giardino dell’esperienza umana i profumi giocano un ruolo di silenziosi narratori, capaci come sono di rievocare emozioni che si credevano perdute per sempre. Ecco perché siamo portati istintivamente a inseguire la memoria olfattiva, un caleidoscopio di ricordi legati al passato che inconsciamente vorremmo incontrare nuovamente durante il cammino. Ma nel corso della nostra vita raramente ci capita ritrovare quelle fragranze che si credevano perdute, e negli istanti in cui questa fantasia magicamente si realizza abbiamo come l’impressione che il tempo si sia fermato, tornano alla mente le soavi sensazioni che avevamo associato all’imprinting originale, e che rimandano all’epoca dell’infanzia e dell’adolescenza.

 

Oggi come oggi le mucose nasali esposte a ogni tipo di stress devono fare i conti con pollini, fumo, smog, polveri inquinanti, repentini sbalzi di temperatura, fattori eziologici che, assieme all’aggressione di virus e batteri, possono provocare riniti, sinusiti, allergie, poliposi nasale. Le sollecitazioni che subiscono i nostri sensi, alla lunga, provocano come un blackout, un netto calo della funzione olfattiva. Si diventa come insensibili, tecnicamente questa condizione, nei casi severi, si definisce anosmia, come abbiamo imparato a nostre spese negli anni del Covid, quando il coronavirus cancellava di colpo, a volte, la sensazione legata alle papille gustative e ai bulbi olfattivi distribuiti sulla mucosa nasale. In tutti questi casi si perde la capacità di riconoscere e apprezzare gli odori piacevoli, come le essenze floreali, l’aria di primavera legata al risveglio della natura, si diventa incapaci di percepire nondimeno gli aromi sprigionati dai fornelli, come quando in una pentola borbotta placido un minestrone di verdura impreziosito da un ciuffo di prezzemolo.

 

In queste righe si delinea idealmente un viaggio, ripercorriamo con la memoria gli anni felici, per capire come funzionano i recettori che attraverso i neuroni portano informazioni olfattive alla corteccia cerebrale, e ci fanno ricordare le passate stagioni, quando i profumi erano vivi e assolutamente riconoscibili. Questo viaggio indietro nel tempo ha un nome, legato al titolo di una campagna, il profumo dei ricordi, e porta in dote, oltre alle riflessioni dell’autore, i pareri di esperti in campi diversi che hanno dato vita a una creazione originale.

 

Eziologia e patogenesi

La poliposi nasale è una malattia infiammatoria cronica di tipo 2, poco conosciuta, che colpisce il 2-4% della popolazione adulta, manifestandosi prevalentemente dopo i 40 anni e con una maggiore incidenza negli uomini. I sintomi, soprattutto in fase iniziale, sono spesso sottovalutati: ostruzione delle vie respiratorie con difficoltà a respirare, mal di testa ricorrente, fino ad arrivare, nelle forme più avanzate, alla perdita dell’olfatto e del gusto. La perdita dell’olfatto che interessa circa il 90% dei pazienti con poliposi nasale severa, ha un impatto anche sulla memoria olfattiva, alterando profondamente l’elaborazione dei ricordi.

 

“La rinosinusite cronica con poliposi nasale – ha spiegato Veronica Seccia, otorinolaringoiatra, dirigente medico dell’ambulatorio di rinologia dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana – è dovuta alla reazione iperattiva del sistema immunitario che può anche essere alla base di altre malattie come l’asma, la dermatite atopica e la rinite allergica, che possono coesistere nello stesso paziente e ne aggravano ulteriormente il quadro clinico. Oggi possiamo intervenire sull’infiammazione di tipo 2, bloccando IL4 e IL13 e, citochine chiave della cascata infiammatoria, grazie a una nuova terapia biologica target che rappresenta una vera svolta”. Si tratta dunque di una condizione molto fastidiosa e con un notevole impatto sulla quotidianità di chi ne soffre.

 

L’approfondimento continua. Link all’intervista a Veronica Seccia

 

La campagna

Nel cuore di Firenze, a due passi da Santa Croce, è stato illustrato il razionale della campagna, il Profumo dei Ricordi, una fragranza per ambiente ispirata ai racconti di persone che hanno sofferto della perdita dell’olfatto a causa della rinosinusite cronica con poliposi nasale. Questo progetto è scaturito dalla collaborazione tra la casa di profumi fiorentina Aquaflor e un gruppo di pazienti affiliati alle Associazioni FederAsma e Allergie Odv e Respiriamo Insieme Aps, e Sanofi. La perdita dell’olfatto può avere un impatto significativo sulla qualità della vita. Le fragranze e gli odori sono parte integrante del vissuto, e quando questa capacità viene compromessa, può causare frustrazione, isolamento e tristezza. Tuttavia, grazie alla ricerca e alle terapie innovative, molte persone che hanno sofferto di questa condizione possono ora dare un nuovo senso alla propria vita.

 

La campagna Sanofi è stata concepita con l’intento di lanciare un messaggio confortante che risveglia i sensi, gravido di promesse di un futuro migliore, un mondo in cui la riabilitazione olfattiva e le terapie possono restituire la gioia di percepire odori e profumi. L’evento di Firenze si è svolto in parallelo con l’anteprima avvenuta a Milano “on the road” in occasione del Salone del Mobile. La fragranza per ambiente è in edizione limitata, ed evoca un agrumeto dai profumi pieni, con note di arancia amara, gli oli essenziali delle scorze e il neroli ottenuto dai fiori. Nel percorso fiorentino, tra gli alambicchi di una antica farmacia, i partecipanti hanno avuto l’opportunità di ascoltare le storie toccanti dei pazienti che hanno contribuito a tessere la trama della narrazione. Un racconto dedicato alla memoria dei profumi ritrovati, e delle esperienze personali hanno ispirato questa fragranza unica.

 

“Le testimonianze raccolte ci fanno comprendere le ripercussioni della rinosinusite cronica con poliposi nasale sulla vita quotidiana di chi ne è affetto” ha affermato in conclusione Massimo Verdilio, capo della divisione immunologia di Sanofi Italia. “Per questo abbiamo lanciato la campagna, per accrescere la consapevolezza all’interno della comunità, presso le istituzioni e anche tra i pazienti stessi. Il nostro appello,” conclude Verdilio, “è quello di rivolgersi, per i provvedimenti del caso, ai centri specializzati, ovvero quelli che dispongono di tutte le più recenti innovazioni offerte in Italia”.

 

L’approfondimento continua. Leggi anche:

 

La collaborazione tra il mondo della profumeria, le associazioni di pazienti e l’industria farmaceutica sono un esempio di come la ricerca e l’innovazione possano fare la differenza nella vita delle persone, per accompagnarci alla riscoperta dei profumi che si credevano perduti.

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