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Rivoluzione hi-tech per gli impianti dentali

Fabrizio Prampolini: «La chirurgia guidata con l’ausilio del computer: precisione, velocità e sicurezza»

17/04/2022 - di Giorgia De Cupertinis

La chirurgia guidata? Una serie di innovative procedure capaci di rivoluzionare – e migliorare – l’intervento che il paziente dovrà sostenere per il posizionamento di un impianto. A confermarlo è Fabrizio Prampolini, Medico Odontoiatra e Specialista in Implantologia Dentale Computer Guidata dello studio dentistico Prampolini (con sede a Nerviano, in provincia di Milano).

 

Dottor Prampolini, come si realizza il primo step della «chirurgia guidata»?
«Mentre prima il chirurgo, presa visione della lastra, incideva la gengiva, metteva a nudo l’osso e lo forava in base a dove si dovevano inserire i denti, ora con la chirurgia guidata il processo viene realizzato attraverso l’ausilio del computer. Guardando la tac, il medico – laddove osserva che le condizioni ossee siano idonee – sceglie di posizionare un impianto e poi valuta se quest’ultimo è in condizioni meccaniche perfette per poter reggere la masticazione del dente. Questo perché, per durare nel tempo, un impianto necessita di uno spessore osseo di almeno 1,8 mm – 2 mm tutt’attorno e fare queste considerazioni studiando la tac è molto semplice. Poi, dopo questo primo step, parte poi la chirurgia guidata vera e propria…»

 

Cioè?
«Esiste un altro software che permette di prendere la tac – con l’impianto posizionato dal medico – e realizzare una mascherina chirurgica con delle boccole forate e metalliche che permettono il passaggio di frese calibrate facendo da dima, in modo tale che queste ultime abbiano profondità, inclinazione e vadano quindi a forare l’osso nella sede che è stata, appunto, scelta nella tac. Con questa tecnica si potrà posizionare l’impianto esattamente dove si è deciso. Se prima, per inserire un solo impianto, bisognava effettuare un’incisione di almeno un centimetro e mezzo, adesso il più delle volte non sussiste nemmeno la necessità di fare un taglio. Attraverso la boccola della dima si passa un bucotomo – cioè una fresa circolare con il bordo tagliente – che effettuerà un taglio circolare sulla gengiva: dopo di che si passeranno le frese che andranno a lavorare l’osso. Poi, sempre attraverso la boccola, si farà passare l’impianto, inserendolo nell’osso. Tolta la mascherina troveremo che l’impianto avrà riempito completamente il foro della gengiva e, il più delle volte non è nemmeno necessario dare dei punti di sutura».

 

E quali sono i vantaggi?
«Tempistiche e precisione, innanzitutto, e questo perché gli impianti sono più paralleli e precisi rispetto al passato. Pensiamo ad esempio ad un paziente edentulo, che deve mettere quattro o sei impianti per fare una riabilitazione complessa di un’intera arcata: questo è un intervento che ora si fa in meno di un’ora. Tutto questo si traduce in un gran vantaggio per i pazienti che normalmente non hanno indolenzimenti o male e non presentano gonfiore e di conseguenza difficilmente si verifica la presenza di ematomi, post-intervento, sul viso; una vera rivoluzione, se pensiamo che si tratta di una tecnica abbinata ad un lavoro di grande precisione. È anche per questo che il medico che utilizza la chirurgia guidata farà un salto in avanti non da poco, ma non solo…»

 

Cos’altro?
«C’è un altro vantaggio da tenere a mente: la sicurezza di rispettare strutture anatomiche nobili quali ad esempio la mandibola che ha al proprio interno un nervo che percorre tutta la zona dei molari e dei premolari. Questo nervo se viene lesionato comporta la perdita della sensibilità del labbro; con la chirurgia guidata scelgo la posizione, la lunghezza e il diametro dell’impianto e si è completamente sicuri di non andare a ledere nulla: il software stesso con cui si programma l’intervento mantiene una distanza di sicurezza da rispettare. E questo è un altro motivo per cui adotto questa tecnica anche per i casi più semplici, anche per un singolo impianto».

 

LA SCHEDA

Innovazione in odontoiatria

Fabrizio Prampolini, Medico Odontoiatra e Specialista in Implantologia Dentale Computer Guidata, adotta la tecnica della chirurgia guidata da quasi tre anni. E i risultati, così come il sorriso dei pazienti, confermano come questa metodica possa rappresentare un vero e proprio trampolino di lancio per cogliere più vantaggi possibili nel momento in cui si necessita di procedere con il posizionamento di un impianto. Questo perché l’innovazione non si limita a migliorare le tempistiche del processo, ma punta anche ad ottenere una grande precisione per ciò che riguarda il posizionamento di un impianto dentale, che oggi consente di registrare ottimi riscontri da parte di chi si schiera in prima linea: pazienti e odontoiatri. Una soddisfazione, questa, dovuta soprattutto alla praticità e velocità con cui si esegue la procedura, che fa leva sulla tecnologia per raggiungere, meticolosamente, i risultati necessari.

 

«In molti non conoscono ancora la chirurgia guidata, ma i pazienti che hanno potuto scoprirla rimangono piacevolmente sorpresi, soprattutto quelli che in passato si sono dovuti affidare a metodiche e tecniche tradizionali – sottolinea il dottor Prampolini –. Quando, la sera, telefono ai pazienti, per assicurarmi delle loro condizioni, la risposta è sempre positiva. In altre parole, è come se non avessero fatto nulla, mentre prima di questa tecnica era più frequente che presentassero un forte indolenzimento e male ed anche gonfiore con conseguente ematoma per i giorni successivi. Così, invece, si gestisce molto meglio anche tutto ciò che riguarda il post-operatorio». Ma non solo. «Quando si conosce perfettamente la posizione in cui inserire gli impianti – continua il dottor Prampolini – si potrà anche realizzare la protesi nella stessa seduta».

 

Gli interventi che si realizzeranno con questa chirurgia, dunque, sono minimamente invasivi e altamente precisi: uno scenario che consente così allo studio dentistico di lavorare al meglio e al paziente di non incorrere in rischi e fastidi, per ottenere un risultato sicuro e duraturo nel tempo. «Seppur possa essere ancora considerata come una ‘tecnica di nicchia’, – conclude lo specialista – le innovazioni che questa introduce meritano di uscire allo scoperto e essere spiegate, perché possano capirle anche i pazienti che sono coloro che ne traggono i reali benefici».