Con il sostegno di:

Occhi rossi o velati? C’è qualcosa che non va

Nei cani possono essere indicatori di congiuntivite, cataratta, uveite e altri problemi

17/04/2022 - di Gloria Ciabattoni

Tra i tanti modi che un cane o un gatto hanno per comunicare con noi, gli occhi sono in primo piano, e non solo perché denotano emozioni, ma anche perché possono essere la spia di qualcosa che non va. Una pupilla brillante denota un buono stato dell’occhio, invece se questo è arrossato può essere in atto una congiuntivite, e in questo caso basta un po’ di collirio per risolvere il problema.

 

Ma se l’occhio appare velato, come annebbiato, ecco che potremmo essere in presenza di una sclerosi nucleare, un’alterazione del cristallino che può comparire nei soggetti dopo i sei anni di età. Nei cani anziani, la velatura può significare la presenza di una cataratta (che può essere anche la conseguenza del diabete mellito), che può portare anche alla cecità. Il parere del veterinario è determinante, ma se si tratta di animali anziani spesso un intervento chirurgico non è possibile in quanto l’anestesia potrebbe risultare letale. Dolore, disturbi alla vista, arrossamento possono essere anche sintomi dell’uveite, che può colpire cani, gatti, cavalli, ecc. e la cui causa non è facile da individuare, infatti può essere di origine batterica, virale, fungina, protozoaria. Una diagnosi tempestiva è determinante, ad esempio si effettua l’esame del sangue, perché occorre diagnosticare ( e curare) la causa dell’uveite, e sarà poi il veterinario a prescrivere colliri e farmaci antiinfiammatori per togliere l’infezione e far passare il dolore.

 

Nel cane, indipendentemente dall’età, è possibile che si manifesti nell’interno dell’occhio un rigonfiamento rosso: è il “cherry eye”, l’”occhio da ciliegia” che indica il prolasso della ghiandola lacrimale della terza palpebra. La cosa può allarmare chi non è a conoscenza che il cane oltre alle palpebre inferiori e superiori ne ha una terza, un tessuto sottile e opaco all’interno dell’occhio, detta anche membrana nittante, che serve a tenere pulita e disinfettata la cornea e produce anticorpi per combattere le infezioni. Se si verifica un prolasso la ghiandola si può infiammare e infettare, in questo caso il veterinario prescriverà appositi colliri o, se la cosa non si risolve, bisognerà intervenire chirurgicamente.

 

Dagli occhi alla bocca: il cane ha 42 denti, e per evitare la formazione di tartaro e di alitosi è bene che siano puliti, cosa che si ottiene con cibi salubri, snack e dentifrici appositi. L’alitosi può dipendere da tartaro, da gengiviti o ascessi ma anche da malattie renali o del fegato, o diabete. Per questo un alito cattivo non va trascurato, anzi se persiste bisogna interpellare il veterinario. Anche le gengive del cane la dicono lunga sulla sua salute: se questa è buona devono essere rosee, ma se sono blu o viola possono nascondere disturbi respiratori o circolatori, se sono molto rosse possono essere indice di un’infiammazione, ad esempio una stomatite, mentre se sono pallide o bianche denotano un’anemia o una grossa perdita di sangue: anche in questi casi è bene ricorrere senza indugi al veterinario.