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L’orologio biologico si regola a tavola

Una dieta con poca carne e molta verdura a km zero, sonno, esercizio fisico, rilassamento, e aggiunta di probiotici e fitonutrienti. Mangiare in modo sano è una delle basi per l’attivazione dei geni buoni

21/01/2024 - di Maria Cristina Righi

Fondamento numero uno dell’epigenetica, l’alimentazione sembra essere oggi uno dei modi migliori per controllare l’invecchiamento dei geni nell’intero organismo, pelle compresa. Ecco perché mangiare bene per vivere meglio e a lungo, è sempre più importante.

 

Vivere fino a cent’anni è il sogno di tutti, ma solo se si resta in gran forma. Al mondo ci sono quasi 500mila centenari. Per scoprire dove si trovano, lo scienziato americano Dan Buettner ha condotto un’indagine. Ha individuato 5 zone blu, dove vivono più centenari in buona salute. È il caso dell’isola di Okinawa in Giappone, ma anche della regione dell’Ogliastra in Sardegna e dell’isola greca di Icaria. Così come a Loma Linda in California e nell’isolata e montuosa penisola di Nicoya in Costa Rica. Gli abitanti di queste zone blu hanno una probabilità fino a dieci volte maggiore di compiere 100 anni rispetto ai residenti dell’America del nord o dell’Europa.

 

Pastori sardi, contadini giapponesi, protestanti californiani. Cos’hanno in comune? Apparentemente non molto. Tuttavia, nonostante la distanza geografica, stili di vita e alimentazione molto dissimile, condividono linee guida alimentari nella dieta quotidiana: poca carne, prodotti locali, il più possibile a km zero, molta verdura ma anche noci e mandorle. Si può quindi ridurre l’età biologica modificando la dieta. Mangiare in modo sano è una delle basi per l’attivazione dei geni buoni.

 

Uno studio clinico ha dimostrato che è possibile ridurre l’età biologica di oltre tre anni in sole otto settimane attraverso un cambiamento nello stile di vita e nell’alimentazione. Il programma prevede consigli su dieta, sonno, esercizio fisico, rilassamento, nonché l’aggiunta di probiotici e fitonutrienti. Questo serve come punto di partenza per cambiare le abitudini alimentari. Basato su un protocollo di analisi e test integrato in un algoritmo di intelligenza artificiale, prevede anche uno studio del microbiota e delle intolleranze alimentari che determina la dieta più adatta.

 

Spesso si parte con una disintossicazione dell’organismo, tramite il metodo del digiuno assistito. Questa pratica, conosciuta come dieta della longevità, dura 5 giorni. I benefici: autopulizia profonda, rinnovamento cellulare, eliminazione del grasso viscerale, miglioramento del tono, della concentrazione, del sonno, della gestione della fame e della sazietà. È importantissimo nutrire bene i propri geni. Il cibo ideale per i geni è quello che può essere riconosciuto da loro.

 

Un alimento non trasformato quindi, ricco di ioni negativi (buoni) che permettono l’evacuazione degli ioni positivi (cattivi) per l’equilibrio perfetto delle cellule. In questo senso i semi germogliati sembrano stravincere, così come quelli oleosi, le alghe e la linfa d’erbe e piante. Per quanto riguarda i migliori superfood, sono quelli che riescono a essere assorbiti in modo ottimale dalle cellule, senza essere eliminati troppo velocemente dall’intestino.

 

Sono da preferire l’alga klamath per la sua ricchezza di aminoacidi e vitamine assimilabili. Ma anche integratori dal processo di lavorazione che li rende assimilabili al 98%. Rame e zinco che contribuiscono al normale funzionamento del sistema immunitario, riboflavina e vitamina B6 per la riduzione della stanchezza e dell’affaticamento. Queste sostanze proteggono la pelle dai radicali liberi, dai raggi UV, dall’inquinamento e dagli effetti dannosi dello stress. Agiscono come rigeneratori totali del corpo e facilitano l’ossigenazione cellulare. Sono drenanti per le tossine, aiutano a rafforzare le naturali difese e ad aumentare la resistenza dell’organismo. Anche tre dosi al giorno di vitamina C sono un valido aiuto. E non si deve dimenticare che la respirazione è uno tra i migliori integratori alimentari.