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Dimagrire fa bene al cuore

Bastano pochi chili in meno per abbassare pressione e colesterolo. Nelle donne effetto protettivo ancora più marcato rispetto ai maschi

31/03/2023

Perdere peso, dimagrire, anche se qualche chilo verrà poi ripreso strada facendo, fa sempre bene al cuore e diminuisce i rischi di infarto, ictus e arteriopatie. Lo indica lo studio epidemiologico pubblicato sulla rivista Circulation e condotto nel Regno Unito dall’Università di Oxford, basato sull’analisi di ricerche condotte su oltre 50mila partecipanti. Lo studio ha analizzato i dati relativi alla salute cardiovascolare nelle persone che avevano seguito diversi tipi di diete, seguite per più di due anni. Anche nei soggetti che hanno poi ripreso qualche etto (effetto yo-yo) il rischio di sviluppare diabete o malattia coronarica è risultato nettamente diminuito.

 

Effetti sul metabolismo

Con la dieta cala la pressione del sangue (in media, nel sovrappeso, l’ipertensione si abbassa di un punto, un millimetro di mercurio, per ogni chilo perso). I livelli di colesterolo globale sono scesi così come il tasso degli zuccheri nel sangue. La prima firma dello studio, Susan Jeb, ha osservato che per tutto il periodo in cui una persona riesce a mantenere il peso basso in seguito al dimagrimento, l’effetto metabolico negativo sull’ organismo, in particolare per il cuore, viene come fermato.

 

Maschi e femmine

I prodotti alimentari della tradizione italiana sono sinonimo di salute. uno studio su 700 mila donne pubblicato sulla rivista Heart e condotto da Sarah Zaman della University of Sydney, ha dimostrato che nelle donne in particolare la dieta mediterranea ha straordinari effetti benefici sul cuore, ancora più marcata rispetto ai maschi, e riduce il rischio per complicanze cardiovascolari di quasi il 25 per cento.

 

Dieta mediterranea

Secondo gli autori la dieta mediterranea agisce sul microbioma intestinale inducendo meccanismi antiossidanti e anfinfiammatori. I vari componenti della dieta mediterranea, come i polifenoli, gli acidi grassi omega-3, l’aumentato dell’apporto di fibre e la riduzione del carico glicemico, migliorano ulteriormente il profilo di rischio cardiovascolare.